Il saluto francescano

Redazione
Pubblicato il 24-07-2020



C'è un saluto francescano noto a tutti ed è: pace e bene! Un saluto che tuttavia non troviamo negli scritti di Francesco, ma solo nella Leggenda dei tre compagni, non una biografi a vera e propria, ma una rilettura della sua esperienza umana e spirituale che si avvicina all'uomo Francesco soprattutto attraverso il suo sentire, le sue emozioni e i suoi desideri. L'episodio si colloca all'inizio della conversione del Santo, quando abbandonato l'abito eremitico, il bastone e i calzari, Francesco “ispirato da Dio cominciò ad annunziare la perfezione del Vangelo, predicando a tutti la penitenza, con semplicità”.
A questo punto entra in scena un personaggio, di cui il biografo tace il nome, e che per le vie di Assisi si rivolge a tutti proprio con questo saluto: pace e bene! Ma seguiamo il racconto: “Com'egli stesso ebbe a confidare più tardi, aveva appreso da rivelazione divina questo saluto: «Il Signore ti dia pace!». All'inizio delle sue prediche, offriva al popolo questo messaggio di pace. Fatto straordinario, che ha del miracoloso: egli aveva avuto, prima della conversione, un precursore nell'annunzio di pace, il quale percorreva di frequente Assisi salutando col motto: «Pace e bene! Pace e bene!». Si formò poi la convinzione che, come Giovanni, il Precursore si tirò in disparte appena Gesù cominciò la sua missione, così anche quell'uomo, simile a un secondo Giovanni, precedette Francesco nell'augurio di pace, e scomparve dopo l'arrivo del Santo”.
Questo singolare saluto dunque non è di Francesco, ma di un uomo che � quasi novello Giovanni il Battista � precede Francesco nello stesso annuncio che è prima di tutto un invito alla conversione, incontro con l'altro e con Cristo, che fa nascere nel cuore la riconciliazione e la pace. � una preoccupazione costante di Francesco. Ne parla nel Testamento e nella Regola. Questo suo invito alla pace si declina poi nelle sue Lettere in tanti modi diversi che rivelano ogni volta una ricchezza nuova. Rinvio a questo proposito ad un recente saggio di Niklaus Kuster. Ne diamo qualche esempio. “Pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore”, così esordisce Francesco nella Lettera ai fedeli. Nella Lettera a un ministro: “Il Signore ti benedica”. Nella Lettera a Jacopa dei Settesoli Francesco così scrive: “A donna Jacopa, serva dell'Altissimo, frate Francesco poverello di Cristo, salute nel Signore e unione nello Spirito Santo”. Infi ne nella Lettera ai frati guardiani invia “salute e pace santa nel Signore” e conclude con parole “State bene nel Signore” che mi sembra rivelino il senso più profondo di questo nostro saluto francescano.

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