Le visite dei pontefici
Proponiamo ai lettori della Rivista San Francesco un articolo sul blog di Paola Galanzi dedicato ai Canivet, santini manufatti di provenienza conventuale preziosissimi del sec. XVII e XVIII.
Paola Galanzi, ex Assistente di Volo impiegata sul corto e medio raggio( voli nazionali ed internazionali), laureanda in Beni Culturali.
Ricevo in dono all' età di 17 anni il primo "CANIVET" della Collezione da una vecchia Suora, mia precettrice al Liceo Linguistico Privato che ho frequentato a Roma.
Proprio grazie alla mia professione di Ass. di Volo, date le lunghe e frequentissime soste all' estero, mi è stato possibile acquisire rari e bellissimi Santini d' epoca presso le Botteghe Antiquarie e i vari Mercatini dell' antiquariato collezionistico cartaceo delle maggiori capitali europee.
Una Fede semplice ma Autentica e L' Amore nostalgico per il Passato mi ha portato nel tempo a coltivare con crescente entusiasmo questa passione che condivido con mio marito Renato, che ha dato vita al nostro Blog espressamente ed interamente dedicato a questo nuovo e nobile genere di Collezionismo, che si prefigge come unico fine l' informazione e la divulgazione di questo genere nuovo di Collezionismo e di unirne, in spirito collaborativo ed amichevole i cultori di tutto il mondo, tutelando e perpetrando la memoria di un incredibile Patrimonio di Fede, di Storia e di Cultura.nei Santini e nelle Immagini Devozionali insito.
E' in programma, con data da stabilirsi, una Mostra presso il Sacro Convento in Assisi, di circa 120 Santini tratti dalla nostra Collezione privata, testimoni della Fede popolare dal sec.XVI alla prima metà del secolo scorso. Verrà chiesto per l' evento il patrocinio del Comune di Assisi e della Regione Umbria.
IL BLOG: LE MONDE RAVISSANT DES IMAGES PIEUSES ( IL MONDO INCANTEVOLE DEI SANTINI) l' indirizzo del blog
UN ARTICOLO TRATTO DAL BLOG E DEDICATO AI " CANIVET", SANTINI MANUFATTI DI PROVENIENZA CONVENTUALE PREZIOSISSIMI DEL SEC. XVII E XVIII:( LA FOTO IN ALLEGATO- VEDI DESCRIZIONE SUL BLOG)
Il Canivet : genesi e trasformazione della preghiera in opera d'Arte.
Un capitolo a parte deve essere aperto per l'approfondimento attento della più preziosa tipologia di Santino od Immagine Devozionale che, con il dovuto riguardo, occupa il posto d'onore nelle raccolte private dei Collezionisti , così come in quelle esposte nei Musei di Arte religiosa e Tradizioni popolari.
Tutta la letteratura esistente sul tema, all'unisono con studiosi ed esperti di tutta Europa, concorda nell'identificare già nel secolo XVII la comparsa di questi “Santi manufatti” negli “scriptoria ”(ambienti specifici per lo svolgimento delle attività manuali, quali scrittura di testi sacri, pittura, rilegatura etc.), di conventi e monasteri claustrali, laddove, alla già consolidata tradizione miniaturistica che aveva raggiunto la sua apoteosi nei secoli XII- XIV e XV con le straordinarie illustrazioni dei preziosi codici miniati manoscritti su pergamena, si aggiunse l'arte mirabile e paziente d'intagliare con il “canif”, piccolissimo temperino dalla tipica lama lanceolata, la carta e la pergamena .
Il termine “canif”- ci informa il Magnien- fa la sua comparsa per la prima volta in un testo in lingua francese datato del 1514, con specifico riferimento all' utensile (un coltellino appuntito), pendulo dalle cinture dei pastori francesi dell'epoca.
L' etimologia del termine francese si sposta tuttavia ancora più a nord, oltrepassando la Manica, ed approda in Inghilterra al termine “ k-nife”(coltello) da cui deriva il francese “canif ”e quindi l'attuale “canivet ”.
Nel secolo XVIII a partire dalla Francia, Belgio, Olanda e Germania pare che tale tecnica d'intaglio fosse già all'epoca conosciuta e praticata anche presso i Monasteri in Italia (in particolare del Veneto), ove -segnala A.G.Magnien nella sua opera “Canivets”- si diffonde con il peculiare e distintivo intaglio che “richiama i ghirigori tipici della lavorazione del ferro battuto”.(deduzione formulata dalle immagini di due canivets su pergamena datati del 1744 tratte da “L'Art rustique en Italie”, 1913).
Santi di carta o pergamena su altari manufatti, celebrati secondo l' iconografia tradizionale in incantevoli miniature in ovale magistralmente dipinte ad acquarello o tempera preziosamente lumeggiate in oro, racchiuse tra misteriosi ed elaborati arabeschi e colonnine a “torchon”che negli aggraziati riccioli, tra simboli cristiani e delicate ghirlande floreali, tanto sembrano ispirarsi ai pizzi e alle trine preziose all'epoca conosciute ed ovunque in Europa apprezzate.
Preghiere autentiche e “viventi”, rigorosamente senza firma nel rispetto della regola conventuale che imponeva l'umiltà dell'anonimato, i canivets lasciavano i monasteri come doni di amicizia e riconoscenza esclusivi e magnifici destinati a nobili e ricchi benefattori o alti prelati.
In area tedesca lo Spamer (“ Das kleine Andachtsbild….”) ne identifica una sotto-tipologia tipica, sempre databile del sec. XVIII, che definisce “Bauernbild”(lett.: Santino contadino, rurale), caratterizzata da ridotte dimensioni ed intaglio essenziale, quasi severo.
Pezzi unici, nella loro prerogativa di manufatti, i Canivets raggiungono oggi nell'ambito del Mercato Antiquario internazionale delle quotazioni che vanno da un minimo di euro 150,00 per un intaglio su carta, fino a diverse migliaia di euro per intagli su pergamena particolarmente raffinati.
Paola Galanzi
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