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L'esposizione in Sala Norsa si tiene dal 16 al 22 Novembre, dalle ore 09.00 alle 18.00.


… Piovono cascate di luci, di spazi e di materie, su questi fragili ricordi della nostra fisicità, e il resto è mistero, glorioso enorme mistero di ciò che percepiamo per intuizione senza riuscire a dargli forma con i poveri (dopotutto poveri) strumenti della ragione...

Flavio Caroli
Storico dell'arte
Ordinario di Storia dell'arte moderna presso il Politecnico di Milano

…il suo lavoro raggiunge le stelle nella caduta dei colori, dentro un'opera lirica senza parole, “Sora nostra morte”.
Serge Gavronsky
Barnard College, Columbia Università, New York

L'opportunità di riproporre il Cantico di Francesco, mite e “piccolino”, alla nostra società attraversata, in tutte le dimensioni della terra, da brividi di morte di portata cosmica, sembra voce profetica e messaggio di un'artista che invita alla speranza.
P. Candido Gallo
Frate cappuccino, scrittore

Il principio di Einstein circa la convertibilità della materia in energia si coglie anche nell'arte
ove la tela può riprodurre luminosità estetica e levità energetica…
Dio è luce… «Chi ama è nella luce».
E l'amore è vita. È pace. È gioia. È forza. È senso.
L'amore è tutto.
Sabino M. Palumbieri sdb
Ordinario di Antropologia Filosofica presso l'Università Pontificia Salesiana in Roma



Fin dall'inizio e poi sempre, mi sono chiesta perché il buon Dio mi avesse voluta pittore, ancora di più, perché mi avesse dato così prepotente, il bisogno di creare, di cercare, di sperimentare.
Poi ho capito che l'Arte è una vocazione senza risposte ed è una scelta. Scegliere di accettare una vocazione è un atto di coraggio e di incoscienza poiché si sceglie di essere padroni della propria schiavitù.
Si diventa liberi nel mondo ma schiavi di se stessi.
La mia schiavitù è la luce fonte di magia, è l'interferenza delle luci, è il visibile che nasconde l'invisibile e l'invisibile che confonde il visibile, è l'appartenere al tempo, è ancora la conquista dello spazio in cui la verità rotola sulla realtà moltiplicando il pensiero e la stessa verità.
Ed è solo dopo avere cercato in me stessa che ho potuto avvicinarmi alla grandiosità del Cantico e ho ricordato San Francesco, che per amare di più e meglio le creature del cosmo, le ha identificate nella umana familiarità.
Così, sono nate dalla creta le nove figure del Cantico, e le ho dipinte quelle figure, e le ho unite ad altre tele in cui vivono tutte le domande che non hanno risposte, in un mondo in cui non esiste il Dove, non esiste il Quando, ma nasce la Luce.
Quelle figure sono la nostra metafora, entrano nella tela, diventano parte del racconto della tela, ma noi non siamo la tela. In modo individuale facciamo però parte di un tutto.

Nadia Farina, di origini lombarde, con radici materne austro-ungariche, nasce a Milano. Il forte senso del principio di libertà, il rispetto del molteplice punto di vista, la curiosità per il visibile, l'attrazione per l'invisibile, sono l'eredità ricevuta dal sommarsi di tali cellule genetiche.
Frammenti di vita, poi, hanno fortemente cementato il rapporto con la fede. Vivere al Sud, infine, ha significato assorbire atmosfere di ineguagliabile magia. Tutto questo è diventato colore ed il colore è il veicolo che usa nella ricerca a tutte le domande, possibili e non: una di queste riveste in modo fondamentale la ricerca condotta sul movimento della luce. E' stata membro dell‘Osservatorio Urbanistico della Regione Campania in qualità di esperta nell'area Artistico Urbanistica. Innumerevoli attività la vedono protagonista, sia in campo artistico che sociale.
Il suo “fare arte”, si manifesta in tutte le possibili espressioni che vanno dalle mostre, all'immagine editoriale, alla scrittura, agli allestimenti scenografici, all'intervento in seminari, al volontario impegno nelle scuole al fine di avvicinare i ragazzi all'arte. Lascia però all'olio sulla tela la parte predominante del suo amore per l'arte. Per la città di Salerno ha realizzato la Monumentale “Fontana del tempo”.