Le visite dei pontefici
Cari amici di S. Francesco,
dalla Basilica di S. Francesco in Assisi vi giunga un messaggio per vivere in comunione i giorni santi della Pasqua, del triduo pasquale. La Pasqua non ha una risonanza popolare come il Natale, eppure è il cuore della vita cristiana: la celebrazione di Gesù morto, sepolto e risorto.
I quaranta giorni della Quaresima sono stati la preparazione intensa, personale e comunitaria a questo evento centrale della storia e del cristianesimo.
Attraverso la preghiera continua, la riflessione sulla Parola di Dio, il digiuno e le opere di carità ogni cristiano, uomo o donna, è stato guidato a cambiare vita, a ritornare a Cristo (conversione) per immergersi nell'evento pasquale di Cristo.
Celebrare la Pasqua è ricordare e rivivere l'atto di nascita dell'essere cristiano, il passaggio da una condizione di fragilità, di peccato, di schiavitù alla condizione di figli di Dio, liberi.
Infatti Gesù Cristo, dopo aver predicato-annunciato la presenza di Dio in mezzo agli uomini (il Regno di Dio) con le parole, i fatti e i miracoli, realizza la sua Pasqua, il suo esodo, il passaggio da questo mondo al Padre.
Un passaggio di sofferenza e di morte, causato dalla cattiveria degli uomini di tutti i tempi, ma vissuto con un amore immenso per Dio Padre, per l'umanità e per ciascun uomo.
Nella sua morte e risurrezione Gesù dona ad ogni uomo la possibilità di unirsi a Lui per compiere il proprio “esodo”, il proprio passaggio dalla morte alla vita.
Tutto ciò avviene nella Pasqua e nella partecipazione personale al mistero, che ogni anno viene rinnovato per noi.
Stiamo per iniziare questo grande evento, che si dispiega per tre giorni, nel Triduo pasquale. Perché triduo pasquale?
Non si tratta di una preparazione di tre giorni all'evento, ma è la stessa Pasqua celebrata in tre giorni che poi si prolunga nei 50 giorni di Pasqua fino alla festa della Pentecoste: è il tempo della gioia pasquale.
Sono i tre giorni sacri della memoria di Cristo crocifisso, ucciso, sepolto e risuscitato (S. Agostino).
Una memoria che si dispiega nei giorni di
Venerdi Santo: la morte di Cristo
Sabato Santo: il suo riposo nel sepolcro
Domenica di Pasqua: la sua risurrezione.
Una parola chiave si ripete: fare memoria, celebrare il memoriale.
Non si tratta semplicemente di “ricordare” i fatti accaduti a Cristo nei giorni santi della sua vita e della sua passione.
Memoriale è il rendersi presente di Cristo, morto e risuscitato alla Chiesa che celebra, appunto che fa memoria, e a ciascuno di noi. E' una presenza attuata da Cristo in maniera misteriosa, e comandata da Cristo: “fate questo in memoria di me”.
Nella celebrazione pasquale Cristo “misteriosamente” rende presenti a noi i suoi santi misteri.
“Far Pasqua” , allora, significa per noi essere presenti attivamente alle celebrazioni del Triduo sacro per vivere “in diretta” ciò che Gesù ha fatto.
“Far Pasqua” significa operare quell'esodo-passaggio che Gesù attende da ognuno di noi: cambiare vita, passando attraverso il sacramento della penitenza,
ratificando i nostri impegni battesimali la notte di Pasqua,
partecipando al banchetto eucaristico, pane della vita nuova,
e così accogliere i doni pasquali dello Spirito Santo: il perdono, la gioia, l'amore, la Grazia e la pace di Cristo.
Francesco d'Assisi ha trascorso la sua vita in un continuo esodo pasquale, in continua contemplazione della passione e della croce di Cristo; al termine della vita Gesù gli impresse, stampò nel suo corpo i segni della sua passione: le stimmate.
Viveva la Pasqua tutti i giorni, partecipando all'Eucarestia, memoriale della Pasqua di Cristo. Ciò lo rese totalmente rassomigliante a Cristo, “uomo di un altro mondo”.
In questi giorni del Triduo pasquale, nella Basilica di S. Francesco, vivremo con grande intensità e con lo spirito di Francesco, il memoriale della Passione morte e risurrezione di Cristo. Vi invitiamo ad unirvi a noi!
Avremo la gioia e la grazia di celebrare,in comunione specialissima con il Santo Padre Benedetto XVI, rappresentato dal suo delegato, il cardinale Attilio Nicora.
Da parte nostra desideriamo rinnovare al Papa, fatto oggetto ultimamente di gravi e ingiustificati attacchi, concentrici e concertati, la nostra solidarietà, il filiale affetto di frati francescani del S. Convento e l'augurio, accompagnato dalla preghiera sulla Tomba di S. Francesco, di vedere la Chiesa purificata, rinnovata e ringiovanita dal Sangue di Cristo.
A tutti esprimo l'augurio che la Pasqua di morte e risurrezione di Gesù rinnovi il cuore e la vita di ciascuno di noi, e susciti nella nostra Italia e nel mondo intero un clima di fiducia e di speranza. Che tutti possano assaporare la gioia della vita “risorta” nello spirito di S. Francesco, scoprire e valorizzare il bene, che è presente in tutti, anche in chi erroneamente crediamo definitivamente perduto.
Buona Pasqua!
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P. Giuseppe Piemontese OFMConv - Custode del S. Convento
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