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Eventi/Giovani verso Assisi - Riflessioni e Testimonianze

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Le riflessioni della giornata
“Confrontarsi con il dono” è la tematica che sta accompagnando oggi i giovani convegnisti che, dopo le lodi celebrate da frate Francesco Celestino, hanno prestato attenzione alle testimonianze. I tre relatori hanno raccontato, con semplicità, la loro vita, proponendo molteplici occasioni di riflessione ed approfondimento, dettate anche dalla varietà delle singole esperienze. Eugenio ed Elisabetta di Giovine hanno donato agli amici presenti in Basilica Superiore uno spaccato della loro missione in Venezuela, nella quale hanno avuto modo di offrire alla popolazione del luogo una testimonianza forte dell'amore di Cristo. I coniugi, dopo due anni dal loro matrimonio con una figlia molto piccola e in attesa della loro secondogenita, hanno scelto di lasciare la loro dimora nel nord Italia per recarsi in America Latina con la Fidei Domun. Il Vescovo locale ha immediatamente responsabilizzato i giovani sposi offrendo loro la guida di una comunità di ben 18000 abitanti, con la finalità di costituire una nuova parrocchia. Alle prime difficoltà iniziali è seguita una sempre maggiore integrazione, sperimentando la forza e la bellezza dell'accoglienza di un popolo desideroso di conoscere Cristo e la Sua Parola. Sin dalla partenza però il loro gesto fraterno è stato interpretato come un andare in un luogo lontano quasi per dare fastidio, in quanto famiglia in presenza di figli in giovanissima età. La volontà di essere testimoni ha aiutato a saltare ogni singolo ostacolo sul cammino e anche arrivati sul posto, e vivendo in una baraccopoli insieme ai poveri della località, Eugenio ed Elisabetta hanno lottato contro la presenza dei serpenti in casa, la sanità precaria e perfino contro un incendio che ha distrutto la loro abitazione. L'amore verso la missione ha dato forza e coraggio ai due membri dell'Ordine Francescano Secolare, che sono ritornati dal Venezuela solo l'anno scorso, in compagnia di ben 3 figli e ora in attesa del quarto. Ha incentrato maggiormente il suo intervento sulla responsabilità l'ex Responsabile nazionale della Gifra Fabio Fazio, che ha raccontato in che modo il Signore l'ha chiamato ad offrire qualcosa di più.
L'avvicinamento alla Fraternità francescana, avuto all'età di 18 anni, è stato quasi un gioco, condotto dal bisogno di fare nuove amicizie e, vista la presenza di 100 componenti (20 ragazzi e 80 ragazze), non è stato tanto difficile riuscire nell'intento. Piano piano il Signore ha rivelato il Suo disegno, offrendo a Fabio varie opportunità di crescita basata essenzialmente sulla responsabilizzazione. L'incarico in GiFra ha sicuramente riempito e arricchito la Sua vita, scoprendo la bellezza di farsi dono per il prossimo. Coniugare la vita affettiva, quella scolastica e poi lavorativa con l'impegno nell'Associazione, ha sicuramente generato rimodulazione della quotidianità, ma è sicuramente stata utile per scoprire – come diceva ieri don Fabio Rossimi - che il Signore chiede per dare. La scrittrice Cosetta Zanotti ha raccontato la Sua triste esperienza, segnata dalla perdita del marito a causa di un incidente stradale, rimanendo vedova a soli 30 anni e con ben 3 figlie. Un trauma improvviso ed imprevisto che ha investito la sua vita e che l'ha portata inizialmente a non comprendere più la volontà del Signore non riuscire più a dire il Padre Nostro durante la Santa Messa.
Gesù ha immediatamente donato tanta forza per alimentare una reazione e una rinascita, inserendo la famiglia di Cosetta in una grande “famiglia di famiglie” dove l'aiuto ed il sostegno reciproco hanno permesso di superare quel momento difficile guardando al futuro con maggior speranza. Cosetta, che oggi si occupa di letteratura per l'infanzia, si è inoltre servita di un testo per bambini che descrive come anche in una metropolitana possa essere coltivato un giardino che poi emerge in superficie, avendo cura di coltivarlo giorno per giorno. Ognuno di noi infatti può esser pensato metaforicamente come quel giardino che, di fronte alle varie difficoltà della vita, può strappare le catene della sofferenza e donarsi al mondo ed alla luce con nuovo vigore e nuova linfa, grazie alla fede in Dio e all'affidarsi alla Sua volontà.

Le parole di Padre Francesco Cocco
La celebrazione penitenziale rimane sempre un momento forte del Convegno Giovani verso Assisi, poiché pone i ragazzi di fronte alla misericordia di Dio e alla sua magnificenza.
Padre Francesco Cocco analizzando il passo del Vangelo di Luca dei 10 lebbrosi guariti (Lc 17, 11-19)si rivolge ai ragazzi dicendo: “Molte volte mi viene chiesto perché se nel Vangelo vengono raccontati tanti miracoli, eventi prestigiosi, resurrezioni, Gesù oggi non si manifesta a noi in questo modo? E a porre queste domande – afferma P. Francesco – sono quasi sempre persone che stanno attraversando un momenti difficile di sofferenza, o si stanno ponendo dubbi sulla fede”. Durante la sofferenza infatti il cuore pare oppresso perché non trova più energia e si sente il bisogno di un evento straordinario, particolare, che ci liberi dalla situazione di oppressione.
La guarigione di 10 lebbrosi non pone al centro il miracolo, quanto il mistero della rivelazione e della salvezza. I lebbrosi, nella descrizione dell'evangelista Luca sono anzitutto uomini, che a causa della loro condizione sono posti ai margini della società. Alla richiesta di essere saldati Gesù risponde seguendo la Legge e invitandoli a recarsi dai Sacerdoti. Cristo guarisce tutti e 10 ma solo uno, mentre si dirige verso i sacerdoti, si vede guarito, vede che qualcosa è cambiato.
Il lebbroso, ormai salvo, torna indietro, si converte. La conversione non è solo una questione di testa, di consapevolezza, ma è soprattutto una questione di cuore. Lui restituisce con la lode il dono ricevuto, il dono più grande e scopre che Gesù è il Salvatore. La missione di Gesù è quella di salvare il mondo, non è un taumaturgo, uno che fa miracoli su richiesta. Gesù entra nel cuore del lebbroso, come entra nel cuore di ciascuno di noi, ma solo se noi gli permettiamo di entrare. La guarigione è sempre qualcosa di momentaneo, non bisogna fermarsi al miracolo, ma occorre focalizzare l'attenzione sulla salvezza. “Il dono più grande è infatti questa salvezza – conclude p. Cocco – che risiede nella nostra capacità di trasformare la nostra lebbra a fondo e non superficialmente”. Una conversione che regala serenità e libertà, riavvicinandoci a Dio Padre.

Le prime impressioni dei partecipanti
- Continua il 31° Convegno Nazionale “Giovani verso Assisi”, organizzato dal Centro Nazionale Unitario per la Pastorale Giovanile – Vocazionale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali.

Circa un migliaio di Giovani hanno varcato le porte della Basilica Superiore in un'atmosfera di festa e di colori, accolti dai tanti frati e suore presenti, dalla vivacità degli affreschi di Giotto e dalle melodie del coro. Quest'anno si affronterà la tematica de “Il dono più grande”, e si cercherà di dare una risposta a cosa significa essere un dono, sentirsi e vivere come tale, nonché capire l'importanza dei doni che Dio ci offre ed utilizzarli per costruire il Regno dei cieli.

Il Convegno Nazionale rappresenta per l'intera comunità francescana, un momento d'incontro e di formazione spirituale che i Giovani attendono con grande interesse. “Questo è la mia quarta partecipazione al GVA – ci dice Annalaura, 23 anni, di Catanzaro – e come ogni anno chiederò al Signore e a San Francesco di alimentare la mia fede e di guidarmi nella ricerca della verità”.

Meredith è invece partita da Treviso e questo è il suo primo GVA: “Dopo le tante esperienze vissute durante i campi di spiritualità estivi, ho deciso di partecipare al Convegno. Porto con me alcuni quesiti esistenziali, quelli di una ragazza di 17 anni che sta portando avanti un cammino che vede Assisi come una tappa fondamentale della sua vita”. C'è però chi è qua semplicemente perché desideroso di vivere dei bei momenti in compagnia, come Federico di Milano che a 22 anni è alla sua terza presenza o chi, come Fabio (17 anni) di Alghero, ha risposto affermativamente all'invito del Frate della sua parrocchia e non sa che cosa aspettarsi, speranzoso, per il momento, di fare tante amicizie.

Tante e variegate le ambizioni e i desideri dei partecipanti, che vedono come luce nel loro cammino l'esempio e l'umiltà di San Francesco, che sarà il compagno di viaggio in questi giorni scanditi dalla preghiera, dalla meditazione e dall'immancabile fraternità.



Il messaggio di benvenuto del Custode del Sacro Convento Padre Giuseppe Piemontese
L'accoglienza dei giovani partecipanti al 31° GVA è stata affidata al Custode del Sacro Convento, padre Giuseppe Piemontese, che durante la celebrazione delle Lodi ha così salutato i presenti: “Benvenuti cari fratelli e sorelle. Oggi ci siamo radunati attorno al nostro Padre Francesco ed è Lui, in prima persona, che ci offre la Sua accoglienza. Vi auguro di trascorrere un ottimo Convegno e di porre l'attenzione sulle ragioni che vi hanno portato qua ad Assisi e cercare una risposta alla domanda: cosa sono venuto a fare?

[…] Nell'incontro con Francesco e con gli amici che avete intorno a voi e che incontrerete, vi auguro di aver la possibilità di condividere i vostri progetti, le vostre scelte e quanto avete nel vostro cuore. Il GVA è stata sempre un'occasione di entusiasmo e di rinvigorimento della fede, utile per camminare saldamente verso Dio ed incontrarlo, perché quando Francesco ha incontrato Gesù, ha trovato la sua personalità.

[…] San Paolo, nella Lettera agli Efesini (2, 13-16) ci dice che “Ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani, siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo” Nell'incontro con Dio noi ne usciamo trasformati, diventiamo uomini nuovi. Gesù ci rende una grande famiglia e lo potete vedere anche in questo momento, se vi guardate negli occhi.

[…]Cosa siete venuti a cercare? Siete qua per cercare di esaudire i vostri desideri? Per cercare una liberazione dalle tentazioni? Per sperimentare la vicinanza a Francesco? Qualsiasi sia il vostro “perché?” cercate di aprire la vostra mente ed il vostro cuore.

[…]Come Bernardo e Pietro, nel passo delle Fonti Francescane che abbiamo ascoltato (1497-98), vi auguro di riuscire a dire a Francesco:«Noi vogliamo d'ora in poi stare con te e fare quello che fai tu». Tutto ciò che il GVA vi donerà, vi aiuterà a percepire la gioia di essere persone nuove, avvolte dal calore di Cristo e delle persone che ci stanno accanto. Buon Convegno a tutti!”

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