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Quanti libri ci sono al mondo?
È quasi impossibile dare una risposta, ma quelli di Google, alle prese con il loro ambizioso progetto di catalogazione della cultura, Google Books, ci hanno provato. E dopo sei anni dall'avvio dell'iniziativa sono in grado di dare una risposta. In tutto il mondo, fino a domenica scorsa, c'erano 129.864.880 milioni di libri. Ieri è apparso un post sul blog ufficiale del progetto, che spiega, in maniera affascinante, quali sono i criteri adottati per giungere a questa cifra. “Dipende tutto – spiegano da Mountain View – da quello che si intende per libro. Non vogliamo conteggiare quelle che i bibliotecari chiamano “opere”. Per noi ha senso conteggiare tutte le edizioni di Amleto separatamente, come distingueremmo e scansiremmo, per esempio, libri contententi differenti prefazioni e apparati di note”. Ma come considerare, invece, i libri apparsi in varie edizioni, da quella rilegata al tascabile? Un criterio avrebbe potuto essere l'utilizzo dal codice Isbn, ma, commentano sempre gli esperti di Google, “l'Isbn esiste solo dalla metà degli anni '60 ed è stato ampiamente adottato solo dalla metà degli anni '70. Ed è rimasto soprattutto un fenomeno occidentale”.

I libri stampati in precedenza oppure in altre parti del mondo, perciò, non possiedono un codice Isbn. A complicare le cose, c'è anche il fatto che l'Isbn non è stato sempre usato in maniera ortodossa: oltre che ai libri è stato applicato anche a Cd e perfino a T-Shirt; inoltre, spesso lo stesso codice è stato assegnato a oggetti diversi. Altri sistemi di catalogazione presentavano problemi simili. La soluzione adottata da Google, quindi, è stata quella di non affidarsi a molteplici criteri di catalogazione, provenienti da più di 150 fonti comprendenti biblioteche, il World Cat, sistemi di commerciali di catalogazione, e così via, scremando via via i risultati per evitare i duplicati.

Con questo metodo i ricercatori della Grande G sono giunti a distinguere 600 milioni di libri; un numero ancora lontano però dalla verità, dato che rimangono errori di attribuzione, altri duplicati, editori inesistenti. Si arriva così a 200 milioni di “reperti“, che comprendono però non soltanto libri, ma pure microfilm, registrazioni audio, video, mappe, t-shirt, togliendo i quali si giunge a 146 milioni; correggendo poi gli errori di catalogazione delle riviste, rispetto a cui Google non è ancora riuscito a perfezionare il proprio metodo di indicizzazione, ecco spuntare il magico numero di 129.864.880 volumi unici. Se vi sembra un procedimento macchinoso, immaginate come deve essere sembrato a quelli di Mountain View, quando si sono accinti a questa fatica di Sisifo. (lastampa.it)