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Cronaca/Sarah piangeva mentre la uccidevano

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



«E Sarah cosa faceva Miché?». «Se ne voleva andare... gridava. Ho detto "lasciala andare". E Sabrina ha detto "no, mi deve dire prima la verità, cos'è successo..." poi in quel momento io ho perso la pazienza». Ci sono tre pagine, nell'ordinanza che ieri ha tenuto in carcere Sabrina Misseri, che si fa fatica a leggere. In quelle pagine c'è Sarah che sta morendo, ci sono le sue urla disperate, il suo pianto straziante e l\a corda di zio Michele a fermarle il respiro. Urla e lacrime Chiede il pubblico ministero Mariano Buccoliero: «Quando tu hai stretto la corda intorno al collo di Sarah, Sabrina ha continuato a mantenerla stretta a Sarah?». «No», risponde Michele Misseri, «si è presa paura e l'ha lasciata». E poi: «Quando la stavo stringendo Sabrina ha detto "lascia stare, ora l'ammazzi, eh"...mi ha detto "finiscila", però la forza che avevo io era troppa». Michele dice che «Sarah stava piangendo mentre Sabrina la teneva» e che Sabrina pure piangeva ma non ha cercato di fermarlo, «si è presa paura, si è scioccata e se n'è andata sopra». Il giudice delle indagini preliminari Mariano Rosati scrive venti pagine per convalidare il fermo di Sabrina Misseri. «Ha dato un contributo decisivo» nell'omicidio di sua cugina Sarah Scazzi, annota. Ed è convinto: «Si è trattato di un'azione preordinata, probabilmente giunta ad esiti più gravi di quelli programmati (...) un evento scaturito da un empito improvviso», «un'azione cruenta e protrattosi per lungo tempo durante il quale, almeno finché Sarah non è caduta esanime al suolo, Sabrina l'ha tenuta e le ha impedito di muoversi», offrendo al padre quel «decisivo contributo agevolatore alla realizzazione dell'evento delittuoso».
ERA TUTTO DECISO - Era tutto deciso «Un'azione preordinata», quindi. E ancora una volta sono i verbali dell'ultimo interrogatorio di Michele Misseri a chiarire come. «Quando ha stretto la corda al collo di Sarah aveva intenzione di ucciderla?» si legge a pagina 5 dell'ordinanza. «No, volevo darle solo una lezione». «E questo perché? Te lo aveva detto Sabrina?». «Sì... non si poteva sapere per gli altri... sapere in giro... in paese..». E il pubblico ministero: «Sapere in giro il fatto che lei aveva molestato la bambina?». «Sì». «E questo lo ha detto Sarah a Sabrina?». «Sì». Il magistrato vuole capire meglio: «Cioè, Sabrina le ha detto "papà, vedi che dobbiamo dare una lezione a Sarah sennò quella va in giro a dire che tu l'hai molestata"?» «Sì». «E questo lo ha detto lo stesso 26 agosto?»? «Sì».
LO SQUILLO ALLE 14.28 - Michele Misseri risponde a monosillabi. Spiega che quel giorno, l'ultimo della vita di Sarah, lui e Sabrina hanno deciso a pranzo che lei l'avrebbe portata in garage con le buone o le cattive e che lui l'avrebbe spaventata mettendole la corda al collo. Secondo la ricostruzione del giudice Rosati Sarah arrivò a casa Misseri alle 14.28, quando fece a Sabrina uno squillo sul cellulare come segnale per dirle che era arrivata, non che stava uscendo. L'omicidio, dice il gip, è avvenuto in sette minuti: nello spazio fra due sms inviati dal cellulare di Sabrina. Il primo (alle 14.28 e 40 secondi) in risposta all'amica Mariangela che stava arrivando a prendere lei e Sarah per portarle al mare e il secondo (alle 14.35 e 37 secondi) spedito all'amica Angela che le aveva scritto qualcosa quattro minuti prima e alla quale, ipotizza il gip, lei «non rispose immediatamente, secondo quello che pare essere una sua abitudine» perché in quei minuti sta uccidendo Sarah. Di Michele Misseri il giudice scrive che «è uno dei peggiori chiamanti in correità che un giudice si augurerebbe di trovarsi davanti: ha parlato dopo oltre 40 giorni dal delitto, ha reso una confessione densa di punti non chiari e ancora oggi insoluti e l'ha emendata e integrata più volte solo al termine di interrogatori fluviali». (Corriere)

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