home

Cronaca/Capitano Romani, la ricostruzione dell'attentato

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Il capitano Alessandro Romani, ucciso venerdì scorso in Afghanistan, è stato «colpito alla spalla, al polmone, alla milza ed ai reni» e le sue condizioni sono peggiorate durante l'intervento chirurgico cui è stato sottoposto nell'ospedale americano da campo di Farah, «fino al verificarsi del decesso, intorno alle 16.10 italiane, le 18.40 locali». Lo ha detto, nel corso della sua informativa al Senato, il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto.

Frattura radio avambraccio per altro militare ferito. Riguardo all'altro militare ferito nel blitz, il primo caporalmaggiore Elio Rapisarda, questi ha riportato una frattura esposta del radio dell'avambraccio destro. Dopo le prime cure d'urgenza a Farah, ha spiegato il sottosegretario, è stato prima trasferito presso l'ospedale da campo Usa di Camp Dwyer, nell'Helmand, dove sabato è stato sottoposto «con esito positivo» ad un intervento chirurgico per la riduzione della frattura. Quindi è stato trasferito presso l'ospedale di Ramstein in Germania, dove è stato raggiunto da un team medico del Celio e, martedì, è rientrato in Italia. Ora si trova ricoverato proprio al Celio dove «è costantemente seguito dal personale medico militare e dal Nucleo supporto psicologico dell'Esercito».

Colpito anche anche un elicottero. Anche uno dei due elicotteri Mangusta che scortavano quello su cui erano stati evacuati Romani e Rapisarda è stato raggiunto da colpi d'arma da fuoco, ma è riuscito a raggiungere ugualmente la base. È uno dei particolari inediti riferiti da Crosetto. I colpi d'arma da fuoco, «pur causando il tranciamento del cavo statico metallico del rotore di coda non hanno pregiudicato la capacità di volo» dell'elicottero.

La ricostruzione dell'attentato. Venerdì mattina è predisposto un convoglio della neo-costituita Task force italiana south-west (su base 7° reggimento alpini di Belluno) per un movimento di truppe da Farah a Bakwa. L'operazione è supportata da un aereo senza pilota italiano Predator. Proprio il Predator, intorno alle 8.20 (ora italiana), individua «tre elementi ostili, a bordo di motociclette, sulla strada 515, che ad un certo momento si fermavano per piazzare sotto la sede stradale un ordigno esplosivo improvvisato (Ied), al fine evidente di predisporre un attacco terroristico».

Alle 8.45 «il primo nucleo di terroristi veniva raggiunto da altri 4 individui a bordo di un'auto»: l'aereo senza pilota li "vede" recarsi presso un'infrastruttura dove «veniva individuata la possibile presenza di altri elementi ostili».

A questo punto, considerata la situazione di «elevato rischio» che si era venuta a creare, viene deciso l'invio di commandos della Task force 45: nel caso specifico «un dispositivo di forze speciali composto da operatori del 9° reggimento d'assalto paracadutisti Col Moschin, supportato da un nucleo di Ranger del 4° reggimento alpini paracadutisti».

Il reparto raggiunge il posto a bordo di un elicottero Ch-47, protetto da due Mangusta. Alle 13.20 il team di incursori sbarca in prossimità dell'obiettivo, ma viene «fatto oggetto di preciso e sostenuto fuoco proveniente dal compound».

Nel corso dell'attacco due commandos, il capitano Romani e il caporal maggiore Rapisarda, rimangono feriti. Il resto del team si attesta sulle posizioni raggiunte, dove presta le prime cure ai feriti e risponde al fuoco proveniente dall'infrastruttura. Il comandante, «in considerazione della criticità della situazione tattica, delle condizioni dei feriti e della significativa efficacia del volume di fuoco» cui il team di forze speciali è sottoposto, «ordina lo sganciamento, richiedendo l'estrazione dall'area di combattimento con un elicottero». Questo, un Ch 47, atterra vicino ai feriti intorno alle 13.40, «sotto la copertura di fuoco degli elicotteri Mangusta». Imbarca tutti i militari italiani e si dirige alla base di Farah (è in questa fase che uno dei Mangusta rimane colpito), dove atterra alle 14.20. (ilmessaggero.it)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA