Le visite dei pontefici
Libera nos a Swami. Battezzando ieri ventuno neonati, il Papa si è raccomandato: «Non date ai
vostri figli nomi che non siano compresi nel calendario cristiano». Dove ci sono santi e beati per tutti i gusti,
più adatti alla solennità di un sacramento di suggestioni prese da cinema, tv e rotocalchi.
Così la categoria intera dei genitori italiani è stata invitata ad una sorta di penitenza onomastica, sempre più
difficile da praticare, quando pure i Belli & Famosi puntualmente cadono nel peccato (del nome) originale.
Tralasciando le ortofrutticole d'importazione Pesche (Peaches, figlia di Bob Geldof) e Mela (Apple,
primogenita di Gwyneth Paltrow) e restando in casa nostra, dove Chanel Totti (da mamma Ilary e zia Melory)
è già un classico, tra i più recenti estri anagrafici occorre registrare il terzo arrivato in casa Del Piero: Sasha,
dopo Tobias e Dorotea (che però sempre una santa è). In tono con gli altri rampolli juventini Thomas (da
N'Kono, il portiere del Camerun, eroe di papà Gigi) e David Lee Buffon. Una delle due Swami tricolori
(inaugurò il trend Elenoire Casalegno) è la bimba del bomber palermitano Fabrizio Miccoli. La neo bebè di
Anna Falchi è Alyssa (il papà è Denny) mentre sul prossimo baby Cassano gli scommettitori quotano a 4 un
nostrano Nicola, patrono di Bari.
Esempi di sobrietà non giungono nemmeno dalla politica, dove spiccano il terzogenito di Bossi, Eridano, e il
trio Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Portarsi dietro
un nome stravagante, sostengono alcuni esperti, può creare ansie e frustrazioni nel piccino. «Sarà causa di
scherzi e prese in giro, mentre un bimbo per tutta l'infanzia non desidera differenziarsi dagli altri», conferma la
psicologa dell'età evolutiva Anna Oliverio Ferraris. «Il genitore può compensare rassicurando il figlio e
facendolo sentire speciale, ma c'è il rischio opposto di coltivare un io ipertrofico. Perciò prima di mettere un
marchio così pesante ad un figlio, bisognerebbe pensarci bene».
Giura di non avere riportato turbe il succitato Geronimo, avvocato: «Il primo nome sarebbe Antonino, come il
nonno paterno, il secondo Junior, ma l'ho fatto togliere. Mi ci trovo bene, a Milano ci sono solo io che mi
chiamo così». Forse si può estendere il raggio. «Non creda, ne ho conosciuti altri. Però quando avrò un figlio,
farò come chiede il Papa, so già che sarà Giovanni, come l'altro nonno».
E quindi se la caveranno nella vita anche Falco Nathan (Briatore) e Annalou (poteva andarle peggio, con Asia
Argento e Morgan), così come procederanno alla grande Oceano (da John Elkann e Lavinia Borromeo) e
Lupo (papà è Luca Cordero di Montezemolo), paiono sereni Violante, Brenno e Michelangelo Placido. Naike
Rivelli, figlia di Ornella Muti, ha perpetuato la tradizione con il pupo Akash. Persino l'impegnata Monica
Guerritore ebbe un cedimento zuccheroso su Maria Fragolina. Indimenticabili Araba Dell'Utri (di Maria Pia e
Alberto), Laerte Pappalardo (da Adriano) e i prototipi Omar e Otis (come gli ascensori), figli di Orietta Berti e
Osvaldo.
Ma almeno nel religiosissimo ospedale Fatebenefratelli sull'Isola Tiberina, 4.209 nuovi nati nel 2010, 160
gemelli e 14 trigemini, tutto procede come calendario di Chiesa romana chiede: «Vanno Viola e Giulia, Filippo
e Flavio», racconta l'ostetrica capo Maria Grazia Pellegrini. «Persino due cinesi hanno chiamato i loro gemelli
Carlo e Camillo». Però di cognome fanno Fu e non suona troppo bene.
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