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Chiesa/La missione del sacerdote è «far scendere il cielo sulla terra»

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



“Il sacerdote, nell'esercizio dei suoi ‘munera', ha questa missione, incomparabilmente unica: quella di far scendere il cielo sulla terra, quella di mettere in comunione gli uomini e le donne con Dio”. Lo ha detto il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nella messa celebrata questo pomeriggio nella Basilica di S. Pietro per il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. La “missione” sacerdotale, ha spiegato il cardinale, “consiste nel dare speranza alla gente, nell'annunciare che Dio è buono, nell'alleviare le pene di chi è afflitto, nel richiamare il pensiero del cielo a chi è rattristato dalle tribolazioni della terra”. “Come sacerdote e come vescovo – ha rivelato – ho sperimentato tante volte la bellezza e la forza del Vangelo di Gesù, che è davvero capace di cambiare la vita delle persone”. “Per capire la vita di un prete – ha proseguito il porporato – occorre chiedersi non tanto: ‘Che cosa fa il sacerdote?; quanto piuttosto: ‘Chi è il sacerdote?'. E la risposta è sempre e solo una: il prete è un innamorato di Gesù Cristo, è il suo amico. Anch'io ho sperimentato in questi cinquant'anni, in misura crescente, che il sacerdozio è un rapporto di intima amicizia con Gesù. Questa divina presenza mi ha sempre accompagnato e protetto”.

Come “luminoso esempio”, il card. Bertone ha citato Benedetto XVI, che “nell'affannoso turbinio del mondo odierno, malato spesso di superficialità, invita tutti, ma specialmente noi sacerdoti, alla riflessione, all'approfondimento della fede in un rapporto di amicizia con Gesù, e indica la comunione ecclesiale come fondamento per una incisiva testimonianza evangelica”. “Quando penso alla Chiesa – ha rivelato il segretario di Stato vaticano - mi vengono in mente volti e nomi di tante persone che ho conosciuto, apprezzato, e che mi sono sforzato di servire con il mio sacerdozio: vescovi amati e poi tanti sacerdoti esemplari, religiosi e suore fedeli, laici generosi e impegnati, famiglie unite che danno testimonianza dell'amore, giovani e anziani, umili e potenti della terra, uomini e donne in Italia e in ogni continente, felici di aver scelto Cristo e il Vangelo”. Poi i ricordi personali: “Quando, cinquant'anni fa, fui ordinato sacerdote, come ogni salesiano di don Bosco ero pronto a intraprendere la missione in mezzo ai giovani. Ciò avvenne in verità, ma in un contesto di vasto respiro ecclesiale: l'Università Pontificia Salesiana, nella quale ho speso con passione le mie energie. Poi sono arrivate altre responsabilità, che mi hanno indotto ad amare le Chiese particolari a cui sono stato mandato e, con esse, sempre di più la Chiesa universale”. (SIR)

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