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Attualità/Berlusconi: «Bombe in Libia».Ma la Lega si oppone

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Il governo dà il via libera al bombardamento della Libia da parte di aerei italiani. La notizia, una bomba a sua volta, arriva all'indomani dell'azione della Nato che, nella notte tra domenica e lunedì, aveva colpito il quartier generale di Muammar Gheddafi a Tripoli e alla vigilia del vertice italo-francese di oggi, a Roma, con il premier Nicolas Sarkozy. Arriva, ufficiale, con una nota di Palazzo Chigi, che riferisce di una lunga telefonata a Barack Obama, che gli Usa confermano. «Decisione benvenuta», si felicitano dalla Nato. Berlusconi e Obama sono d'accordo sul fatto che «una pressione supplementare è necessaria per rafforzare la missione di protezione dei civili» in Libia. Il presidente Usa ha espresso «grande apprezzamento» per il nuovo impegno italiano.

L'Italia, che a più riprese si era detta contraria alla partecipazione diretta con raid aerei allo sgancio di bombe, aveva registrato in queste ore il repentino cambio di strategia della Nato e il pressing degli alleati per un'unità d'intenti in quella che si preannuncia come la svolta decisiva nel conflitto libico. «L'Italia ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica», fa sapere Silvio Berlusconi. «Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu».

La svolta, che ha visto coinvolto anche il presidente Giorgio Napolitano, comporta ora l'obbligo di tenere informato il Parlamento. Anche se, assicura Palazzo Chigi, essa avviene in «assoluta coerenza con quanto autorizzato dal Parlamento, sulla base di quanto già stabilito in ambito Onu e Nato». In ogni caso i ministri La Russa e Frattini sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa. «Non saranno bombardamenti indiscriminati, ma missioni con missili di precisione su obiettivi specifici», precisa Ignazio La Russa, sottolineando che l'obiettivo è quello di «evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile. Ma - aggiunge - non potevamo sottrarci».

La Lega, però, si sfila. «Non so cosa significhi ulteriore flessibilità, ma se questo volesse dire bombardare non se ne parla. Il mio voto in questo senso non l'avranno mai», dice Roberto Calderoli. Prova a stemperare Franco Frattini: «La partecipazione dell'Italia ai bombardamenti in Libia è la naturale prosecuzione di una missione che non cambia». Si tratta, spiega il titolare della Farnesina, della risposta ad una precisa richiesta arrivata dai ribelli di Bengasi, dal capo del Consiglio Nazionale Transitorio Mustafa Abdul Jalil. «Ci ha detto: "Noi chiediamo all'Italia un impegno più grande"», ricorda Frattini. Dall'opposizione un mezzo via libera arriva dal Pd: «Se è nell'ambito della risoluzione Onu il nostro assenso ci sarà», dice Anna Finocchiaro. Anche se Beppe Fioroni avverte: «Più che di bombe c'è bisogno di un ritorno ad una seria politica estera».

Ma pesano soprattutto le parole di Calderoli. Per Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, così «apre di fatto la crisi di governo». Anche se Benedetto Della Vedova assicura che «Fli sarà responsabile». Calderoli smorza, dice che «non sarà crisi». Ma la sua non è una voce isolata: «Ha ragione. La Lega voterà no», rincara la dose Roberto Castelli. «Evitiamo di dividerci, ci vuole prudenza e dialogo», dice – pesando le parole – il capogruppo dei Responsabili Luciano Sardelli. (avvenire.it)

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