francescanesimo

Un libro per raccontare il convento francescano scomparso di Verucchio

altarimini.it pixabay
Pubblicato il 05-12-2020

L’architetto Maria Giovanna Giuccioli ha ricostruito storia e misteri dell’edificio

Perché scrivere di una cosa che non c’è più e di cui gran parte della popolazione ignorava l’esistenza? Perché nacque un secondo Convento Francescano quando c’era già quello coevo di Villa Verucchio? Come era costituito? Nasce da una serie di interrogativi che stimolano la sua sete di sapere da sempre l’ultima opera dell’architetto Maria Giovanna Giuccioli, quel ‘Il Convento Francescano scomparso di Verucchio’ che già nel titolo dall’aura di mistero lascia trasparire l’intreccio di mille storie.

L’autrice confessa “di aver messo ordine a decenni di studi grazie anche al contributo orale e documentale di cittadini e studiosi” e di aver concretizzato l’immane mole di materiale in questo 2020 a dir poco complicato per la doppia ricorrenza che ne segna la conclusione: “Il 1° dicembre ricorrono i 700 anni della morte del Beato locale Giovanni Gueroli e della nascita del Convento Francescano di Verucchio che fu distrutto per far posto all’attuale Chiesa Collegiata progettata dall’architetto Antonio Tondini verso la metà del XIX secolo”.

Il libro, edito da Pazzini Editore e patrocinato e sostenuto dal Comune di Verucchio e da Robopac e F.lli Mattei e questo consentirà di accompagnarne l’uscita a una bellissima iniziativa storico-sociale. “Visto che è stato in pratica ripagato dai contributi dei sostenitori, lo venderemo a offerta libera a partire da domenica 29 novembre alla S. Messa in Collegiata e con i proventi contribuiremo a far partire i lavori di restauro della chiesetta del Borgo Sant’Antonio. Abbiamo anche realizzato una confezione regalo per chi volesse approfittare per un Natale a fini nobili” rivela la Giuccioli. Un aspetto che evidenzia anche la sindaca Stefania Sabba: “E’ il bellissimo compimento di un progetto che abbiamo sostenuto da subito perché restituisce importantissime pagine di memoria e storia verucchiese. L’ennesimo prezioso recupero del passato che viene ad arricchire la nostra comunità: avremmo voluto presentarlo in occasione del tradizionale appuntamento con le pubblicazioni sulla nostra cittadina in occasione della Fiera di Santa Croce, lo faremo al meglio non appena la battaglia collettiva e responsabile contro il Covid-19 ce lo concederà”.

Dalla scoperta dell’inventario un plastico del Convento scomparso “Mi ha sempre incuriosito il fatto che i Malatesta abbiano chiesto a Frate Michelino di fondare questo convento con il permesso di Papa Giovanni XXIII invece di restaurare o ampliare quello di Villa Verucchio, visto che i Francescani nel 90% dei casi costruivano fuori dalle mura cittadine. Così come è quantomeno curiosa questa particolare devozione cittadina a quest’ordine, considerando che nel XVI secolo si aggiunse il Convento dei Cappuccini e nel XVII secolo il Monastero di Santa Chiara, tutti riconducibili ai Francescani. L’idea che mi sono fatta è che la casata scesa poi a Rimini volesse farne la tomba di famiglia, ma le risposte le troverete nel libro” alimenta la curiosità, rivelando come la svolta alla vita di studi sia venuta quando don Stefano le ha messo a disposizione un inventario del XIX secolo: “Venivano descritti tutti gli oggetti e i vani che conteneva e come architetto sono ripartita dai punti fissi per realizzare un plastico del Convento che sveleremo quando sarà possibile una presentazione ufficiale in presenza“.

Fra le tantissime curiosità contenute nel libro, il progetto in originale della Collegiata scansionato dal professor Stefano Bacchiani, un capitoletto sulle parrocchie scomparse e lo stesso inventario, “da lasciare in eredità agli storici e agli studiosi, perché io sono un architetto e mi sono occupata dell’edificio” chiosa l’autrice.

fonte: www.altarimini.it

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