francescanesimo

Santa Caterina da Siena patrona d'Italia

Antonio Tarallo Wikipedia
Pubblicato il 29-04-2022

Proclamata il 18 giugno 1939

“Chi di noi invero potrebbe mai dubitare di non essere aiutato giorno per giorno dal patrocinio dei Santi presso Dio, specialmente quando, trovandosi in angustie si appoggia alla intercessione dei Santi, invoca il Signore e sente subito che il Signore lo esaudisce? E questo tanto più giustamente può dirsi di quel patrocinio, col quale i santi proteggono le genti e le nazioni, specie quelle alle quali si sforzarono in tanti modi e in tante particolari circostanze, di portare aiuto, mentre essi ancora erano in terra, spinti dall’amor di patria. Senza alcun dubbio ciò si deve affermare di San Francesco d’Assisi e di Santa Caterina da Siena che, italiani ambedue, in tempi straordinariamente difficili, illustrarono, mentre vivevano, con nitido fulgore di opere e di virtù e beneficarono abbondantemente questa loro e nostra Patria, in ogni tempo madre di santi”.Parole di Papa Pio XII.

Era il 18 giugno 1939 quando Papa Pacelli proclamava Santa Caterina da Siena e San Francesco d’Assisi patroni d’Italia. Due nomi legati da un unico destino, si potrebbe dire: quello di essere protettori dell’Italia. Infatti, le due aureole erano (e sono) così radicate nel tessuto del Belpaese, che non poteva essere altrimenti. Il testo del pontefice continua con una descrizione delle due santità che in Italia hanno vissuto, dando la loro testimonianza di amore per Cristo, per i fratelli.

Papa Pacelli continua con queste parole - contenute nel Breve Pontificio dal titolo “Con cui il Santo Padre proclama San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena patroni d’Italia” - che, a distanza d’anni, riescono a fornirci una viva testimonianza di quanto sia legato il nome dell’Italia con quello dei due santi:
“Difatti San Francesco poverello e umile vera immagine di Gesù Cristo, diede insuperabili esempi di vita evangelica ai cittadini di quella sua tanto turbolenta età, e ad essi anzi, con la costituzione del suo triplice ordine aprì nuove vie e diede maggiori agevolezze, per la correzione dei pubblici e privati costumi e per un più retto senso dei principi della vita cattolica. Né altrimenti si adoperò Santa Caterina, la fortissima e piissima vergine, che valse efficacemente a ridurre e a stabilire la concordia degli animi delle città e contrade della sua Patria e che mossa da continuo amore, con suggerimenti e preghiere, fece tornare alla sede di Pietro in Roma i romani pontefici, che quasi in esilio vivevano in Francia, tanto da essere considerata a buon diritto il decoro e la difesa della Patria e della Religione”.

In occasione del cinquantesimo anniversario di questa importante proclamazione, San Giovanni Paolo II scriveva una lettera ricordando questo evento come “significativa circostanza” per il popolo italiano, e lo è anche oggi, “per ravvivare la fiducia e la devozione verso questi insigni protettori, ed invocare da Dio, per loro intercessione, una rinnovata effusione di grazia sull’amata terra italiana”.

Una legge italiana, tra l’altro mette in risalto il significato della loro opera. Si tratta della legge 10 febbraio 2005, n. 24. Essa recita: “Riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse in onore dei patroni speciali d’Italia San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena”.

La legge li definisce “patroni speciali”. E oggi, giornata della memoria di Santa Caterina da Siena, sarebbe assai difficile non ricordare l’altro “amico santo” - definiamolo pur così - della santa senese: San Francesco d’Italia.

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