francescanesimo

San Bonaventura e la Vergine Maria

Antonio Tarallo LEANDRO DA PONTE - Gallerie Accademie Venezia
Pubblicato il 18-05-2022

Viaggio nella devozione mariana francescana

Essere un inno alla Vergine, vivere nella sua Bellezza l’intera esistenza: San Bonaventura da Bagnoregio ha vissuto tutto questo, in umiltà francescana, in un modo unico e insuperabile. È San Bonaventura, tra i più importanti biografi di san Francesco d'Assisi; è il San Bonaventura che con la sua biografia - la Legenda Maior - ispirò Giotto per il ciclo delle storie sul santo nella Basilica di Assisi. Dal 1257 al 1274 fu ministro generale dell'Ordine francescano, del quale è ritenuto quasi un secondo fondatore. Sotto la sua guida furono pubblicate le cosiddette “Costituzioni narbonesi”, su cui si basarono tutte le successive costituzioni dell’Ordine.

Tutta la sua vita fu un inno a Maria. L’arte pittorica riesce a fornirci un suo ritratto non solo iconografico; quando guardiamo, infatti, le varie rappresentazioni della sua figura non possiamo non rimanere colpiti da alcuni “segni” che indicano la sua personalità: viene - infatti - sempre rappresentato con la penna in mano (primo segno della sua attività di scrittore) e con lo sguardo fisso sopra un'immagine di Maria (il secondo segno, questa volta di natura prettamente “mariana”). Ai piedi di questa immagine vi è solitamente scritto: “Tutti i miei beni mi vennero dalle sue mani”. Una dichiarazione di vita, una sintesi della sua biografia.

La sua devozione mariana – devozione filiale e tenera – illuminerà tutti suoi scritti, le sue meditazioni filosofiche, le sue poesie, la sua predicazione: in Maria tutta la sua visione filosofica, dunque; tutto il suo amore per il servizio, vedendo in Lei la Regina della creazione e ’avvocata del genere umano, dispensatrice dei tesori della grazia. Una volta eletto Generale dei Francescani consacrò tutto l’ordine a Maria; prescrisse, in tutte le chiese francescane, la celebrazione di una messa solenne - dedicata alla Vergine - ogni sabato; ordinò in tutte le chiese dell’ordine che si suonassero le campane al calar del sole per ricordare il saluto dell’angelo Gabriele alla Vergine delle vergini. La sua produzione scritta vedrà ben ventiquattro discorsi mariani, nei quali spiegherà, esalterà e difenderà tutti i privilegi della Madonna.

Il “Dottore serafico” - così fu definito - fissa la sua attenzione sulla grandezza della Vergine soprattutto quando la pone in relazione con le tre Persone della Santissima Trinità, dalle quali - per San Bonaventura - la Vergine riceve ogni dono: “Tutta la Trinità, o Maria, ti ha conosciuto come sposa del casto amore, come dimora della sant'abitazione, come officina di mirabile lavoro. Con termini distinti diciamo: il Padre conobbe Maria come dimora della sua maestà (...) il Figlio ne riconobbe il principio della sua umanità, e lo Spirito Santo il sacrario della sua bontà, nel quale raccolse pienissimamente e senza misura i carismi delle grazie”. Così scriveva nel suo sermone dedicato “De Assumptione” della Vergine.

Nelle sue profonde riflessioni, mette in luce non solo la grandezza di Maria ma anche la sua incomparabile bellezza: “Maria è la Vergine bellissima che il Signore ha preparato per il suo Figlio”. Si tratta di una bellezza spirituale che coincide con la santità, con la virtù, e riempie di stupore Bonaventura: se “è tanto soave contemplare con gli occhi del corpo il sole che risplende all'orizzonte, quanto è più soave e gioioso contemplare lo splendore della gloriosissima Vergine Maria”.

Una produzione filosofico-teologica vastissima, quella di San Bonaventura. E, nelle sue pagine mariane, non poteva mancare il riferimento alla Vergine come Madre di tutti. Sono parole dolcissime quelle che riserva alla Madonna: “Ella generò il Figlio nella carne e ha generato noi spiritualmente. E madre alla maniera di Eva: come questa ci generò al mondo, così la nostra Signora ci ha generato al cielo”.

Ma questa sua maternità trova ancora più forza, riesce ad esprimersi ancor di più nella Madonna ai piedi della croce. “La Vergine beata, da donna forte e pia, pagò il prezzo della redenzione con la pietà di misericordia per il mondo, e particolarmente per il popolo cristiano. Si può affermare che tutto il popolo cristiano è stato generato dal seno della Vergine gloriosa”.

San Bonaventura, fratello di Francesco. Figlio come il Padre Serafico di un’unica madre: la Vergine Maria.

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