francescanesimo

Professione temporanea per 12 Novizi alla Basilica di san Francesco

Redazione
Pubblicato il 25-08-2017

"Se vuoi venire dietro a me, 
rinnega te stesso, 
prendi la tua croce e seguimi” 
(Mt 16,24)

Queste le parole di Gesù nel vangelo di Matteo scelte dai dodici novizi del Sacro Convento per annunciare la loro professione temporanea. Al termine dell’anno di Noviziato i giovani frati si impegnano mediante i consigli evangelici di obbedienza, povertà e castità a seguire Cristo, vivendo il Vangelo e secondo la Regola dei frati minori, per un periodo di tempo stabilito in preparazione alla professione perpetua.


Il rito della professione si è svolto in Basilica, nella Chiesa inferiore, alle ore 11.00 di sabato 26 agosto. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento, mentre i rispettivi Ministri provinciali o vicari riceveranno la professione dei voti da parte dei singoli novizi.

Ecco i nomi dei dodici nuovi frati professi temporanei:


fra Emanuele Zulian, fra Francesco Cosma e fra Luca Ranocchini della Provincia del Nord Italia; 
fra Flavio César Laura Charca e fra Jstriano Vannini della Provincia del Centro Italia;
fra Giovanni Giustiniani e fra Paride Ammirati della Provincia di Abruzzo;
fra Robert Calleja e fra Michael Grech della Provincia di Malta; 
fra Andraž Čebular della Provincia di Slovenia;
fra Roberto Di Gennaro della Provincia di Napoli;
fra Alejandro Aldavero Romero della Provincia di Spagna.

Uno sguardo oltre la professione temporanea

Dopo la prima professione dei voti i novizi si preparano a consolidare il cammino formativo in vista della loro definitiva donazione a Dio nella fraternità (DF 72).

Questa è la tappa del noviziato in cui siamo chiamati a programmare il tempo che viene, sulla scorta del nostro “itinerarium” e di quanto è emerso nei colloqui con il Maestro, elaborando e attuando una personale Regola di Vita.

Partendo dagli esempi di Regola di Vita di alcuni noti testimoni, come Massimiliano Kolbe, il card. Van Thuân, Alberto Marvelli e Giuseppe Toniolo, stiamo predisponendo singolarmente una Regola con il chiaro intento di prenderci cura della nostra vocazione, sotto gli aspetti della vita spirituale, della vita umana e fraterna, della vita religiosa-francescana.

Non è possibile approfondire le diversità delle Regole di Vita che sono state trattate, tuttavia vengono estrapolati di seguito solo alcuni punti, senza la pretesa di farne un compendio piuttosto eterogeneo, bensì un elenco di “buone pratiche” utili al giovane frate in formazione. Eccone alcune:

“Vivrò appieno il momento presente;

Fa’ quel che stai facendo, non badare a nessuna altra cosa, buona o cattiva che sia;

Esercitare la volontà anche nelle piccole cose;

Più volontà ci vuole, più serietà, più costanza, più studio, più raccoglimento, più meditazione;

Non lasciare passare:

a) Nessun male senza ripararlo,

b) Nessun bene che io possa fare;

Voglio con la grazia del Signore sacrificare negli studi i miei gusti, la mia curiosità, le mie idee, per non cercare e adempiere in essi che la volontà del mio Signore, e dirigere tutte le mie fatiche al bene dell’anima e delgi altri ed alla gioia;

Dei miei studi compiuti e da compiersi serbare il maggior possibile silenzio. Delle cognizioni apprese fare la minor pompa possibile;

Ogni 15 giorni circa, una passeggiata e distrazione particolare. In generale mantenermi lieto e scherzoso;

Del resto non mangiare fuori di metodo, evitare le ghiottonerie;

Una sensibilità viva per quei fenomeni spirituali, politici, sociali che si verificano intorno a noi;

E’ inutile pretendere di voler farsi santi, di voler essere apostoli se non si medita, se si corre dietro ad ogni pensiero anche frivolo;

Ogni dì 20 minuti al più di meditazione;

Avrò una sola saggezza: la scienza della croce;

La conservazione della serenità di spirito;

Vita interiore: dedicarsi completamente a se stesso e così donarsi completamente a tutti”.

Ogni Regola dei novizi sarà, ovviamente, molto diversa l’una dall’altra, comunque possiamo dire che c’è un trait d’union che le lega assieme: la relazione d’amore con il Signore Gesù, dietro alle orme del serafico Padre Francesco.

San Francesco, anche dopo la sua conversione, ha continuato a sviluppare il rapporto di amore con Cristo, per mezzo della preghiera e della contemplazione (DF 73-74). Questa è l’immagine di san Francesco che è rimasta impressa maggiormente ai novizi, e in essa c’è stata una complessiva convergenza in occasione della scelta dell’immagine-ricordo dell’anno di noviziato: immagine dove è rappresentato san Francesco in preghiera - l’”uomo fatto preghiera” - sulla vetrata del corridoio superiore dei Padri, al Sacro Convento.

I novizi, anche in questa occasione, si sono soffermati sul loro rapporto con Cristo, rendendosi consapevoli del significato della sua sequela (DF 74) e delle loro capacità per rivelare in modo autentico la sequela negli anni a venire.

Il vero nocciolo della Regola di Vita dei novizi è pertanto evidente, e la sua solidità e autenticità è data dal rapporto d’amore di essi con Cristo. Anche in questo caso, dove si prende in esame una personale Regola di Vita, viene confermato un assioma generale, ovvero che è dall’Amore che nasce la Regola.

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