francescanesimo

Padre Michael: 'Genovesi, con Fra Tasca allacciatevi le cinture di sicurezza'

Repubblica.it Ansa/Luca Zennaro
Pubblicato il 30-05-2020

Il ministro generale dei Frati Minori racconta il successore di Angelo Bagnasco

"Genovesi, allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi a godervi il viaggio, perché Fra Marco vi stupirà e vi conquisterà come ha fatto con tutti noi". Parola di Padre Michael Perry, 65 anni, americano dell'Indiana, ministro generale dei Frati Minori.
Padre Michael fa parte del collegio dei tre che guida la famiglia francescana. Con lui, gli altri due ministri generali, quello dei cappuccini e quello dei conventuali. Con semplicità e 'con grande gioia', ora racconta di padre Marco Tasca, ministro dei frati minori conventuali e chiamato da Papa Francesco a succedere al cardinale Angelo Bagnasco alla guida dell'arcidiocesi di Genova. Mercoledì padre Marco Tasca è stato a lungo a colloquio con Bagnasco e nel convento di Albaro, prima di fare ritorno a Roma. Ma a Genova tornerà molto presto.

Padre Michael, come dobbiamo chiamare il successore del cardinale Bagnasco: Padre o Fra?
"Guardi, per quanto mi riguarda lui sarà sempre Fra Marco, abbiamo lavorato insieme dodici anni nel collegio e lui è sempre stato molto semplice, diretto, immediato. E proprio queste, insieme ad altre qualità, ne fanno una persona davvero speciale".

Una scelta sorprendente, quella di Papa Francesco, non trova?
"Sì, in effetti è stata una grande sorpresa per tutti e credo lo sia stata anche per lui. Ma sono sicuro che potrà fare molto bene a Genova facendo leva sulla sua grande energia, passione, compassione e se posso anche ironia. È una persona esplosiva e ha una risata contagiosa. Ve ne accorgerete presto".

A Genova è molto radicata l'attenzione ai temi sociali e del lavoro. Una costante fin dagli anni Quaranta e che non si è mai interrotta grazie anche all'azione dei cappellani del lavoro.
"Continuerà così, ne sono certo, la sua attenzione verso la gente, il popolo, è una sua caratteristica. Fra Marco ha sempre un forte desiderio di connettersi con gli altri, di ascoltare le loro parole. Sarà un grande pastore nel succedere a una figura come quella del cardinale Angelo Bagnasco".

L'ha sentito negli ultimi tempi?
"Ci siamo scambiati delle mail, immagino quello che stia passando in questo momento, il carico di impegni su cui sta riflettendo. Si è anche preso un po' di tempo per digerire, diciamo così, tutto questo. Avremo presto modo di sentirci".

Come vivrà l'esperienza genovese, secondo lei? Questa non è propriamente una città semplice...
"Non incontrerà nessuna difficoltà, di questo ne sono certo. È un uomo di fede e mette al centro la dignità delle persone. Quindi anche verso il tema del lavoro, così sentito nella vostra città, avrà la massima attenzione. Ma bisogna fare attenzione anche a un'altra sua caratteristica che lo accompagna da sempre".

A che cosa si riferisce?
"Lui è un uomo del 'Laudato sì', ha una spiccata attenzione ai temi dell'ambiente, così presenti anche nell'enciclica di Papa Francesco. Così si è sempre mosso da ministro generale dei frati minori conventuali, approfondendo tutte le problematiche sociali e ambientali. Io credo che questo sia un aspetto molto importante del nostro vivere quotidiano, su cui tutti quanti stanno mostrando un'attenzione sempre più marcata".

La Chiesa, non solo quella genovese, è chiamata a un confronto a tutto campo con le grandi trasformazioni in atto nel contesto sociale. Una sfida interessante per il nuovo arcivescovo, non trova?
"Assolutamente sì, ma lui si muoverà come lo conosco io, raggiungendo più persone possibili nella diocesi. Non avrà paura di uscire e farà in modo che tutte le persone potranno ritrovarsi in una chiesa accogliente".

Che cosa intende dire?
"Che la Chiesa deve appunto mostrare e manifestare questo senso di accoglienza, senza pregiudizi, basandosi sulla semplicità del messaggio, in tutto e per tutto. E Fra Marco si muoverà così, renderà le cose semplici, senza celebrazioni sofisticate. Sarà un compagno di pellegrinaggio con cui stare insieme. La Chiesa che vuole Gesù non è quella che aspetta, ma quella che va dagli altri".

Insomma, che cosa deve aspettarsi la comunità genovese?
"Vi do un suggerimento, allacciatevi le cinture di sicurezza e preparatevi a godervi il viaggio. Arriva una persona che vive l'esperienza cristiana con grande forza e positività. Ve lo posso dire per il fatto di aver lavorato con lui negli ultimi dodici anni".

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