francescanesimo

Lo stemma araldico dell’Ordine Francescano

Antonio Tarallo madonnadellegraziepiovedisacco.it
Pubblicato il 03-10-2022

Da dove nasce? Cosa significa? Simboli, immagini, luoghi, e temi - da scoprire o riscoprire - di frate Francesco

Due braccia che s’incrociano, e al centro una croce: questo, il simbolo dell’Ordine fondato da San Francesco d’Assisi. Lo vediamo, spesso, in una chiesa francescana, oppure in qualche atto ufficiale dell’Ordine. Un simbolo, o sarebbe meglio definirlo, uno “stemma araldico”, questa è la dicitura ufficiale. Nell’Enciclopedia Treccani, per “stemma araldico”, troviamo questa definizione: “Il complesso di tutte quelle figure, pezze, smalti, partizioni, ornamenti esteriori raffigurati secondo determinate regole, che servono a contrassegnare persone o enti”. Dunque, un’immagine, una figura, un simbolo, che riconduce a un ente o a una persona. Nel simbolo francescano, in fondo, sembrano vivere entrambe - figura e persona - visto che quelle braccia incrociate riportano alla memoria il santo fondatore.

E, proprio riguardo San Francesco d’Assisi, e a quelle braccia incrociate, si narra una curiosa leggenda: risale al 1213, quando il santo Poverello fu ospitato al castello di Susa da Beatrice di Ginevra, moglie di Tommaso I, conte di Savoia. La contessa donò al Santo un terreno perché vi sorgesse un convento. In segno di gratitudine e per soddisfare il desiderio della donna che gli chiedeva un ricordo, san Francesco staccò una manica dal suo saio e la donò alla nobildonna. Durante il lungo viaggio di ritorno, il Santo d’Assisi, con un braccio nudo e uno vestito, benediceva chi incontrava nel cammino con le braccia in forma di croce. La reliquia di quella famosa manica di saio esiste ancora ed è venerata nella cattedrale di Chambery, in Savoia.

Ma c’è anche un altro episodio legato allo stemma, alle braccia incrociate. E’ narrato dal biografo di san Francesco, san Bonaventura, nella sua Leggenda Maggiore: “Quando sovrastava ormai l’ora del suo trapasso, fece venire a sé tutti i frati che dimoravano nel luogo … e mentre i figli stavano tutt’intorno a lui, il patriarca dei poveri, l’uomo santo, quasi cieco e ormai prossimo a morire, incrociò le braccia e stese su di loro le mani in forma di Croce (aveva sempre amato questo gesto) e benedisse tutti i frati, presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifisso”.

Ma come nasce questo stemma? In recente studio (“Lo Stemma Francescano – origine e sviluppo”, Roma 2009, Istituto Storico dei Cappuccini) Servus Gieben, Direttore Emerito del Museo storico dei Cappuccini a Roma, ha condotto una rigorosa ricerca sulle origini e sull’evoluzione dello stemma dell’Ordine Serafico. Secondo lo studioso lo stemma risale alla fine del XV secolo, e sarebbe da attribuirsi a san Bonaventura da Bagnoregio. In un testo, la “Vinea Sancti Francisci”, di autore anonimo, pubblicato nel 1518 ad Anversa, in Belgio, è riportata questa leggenda: “San Bonaventura dunque, fatto cardinale, avendo rinunciato al mondo con le sue vanità, non voleva di nuovo riprendere ciò che aveva calcato sotto i piedi. E per rimanere più estraneo al mondo e perché a nessuno potesse far piacere di vedere il suo stemma gentilizio tra quelli dei cardinali, ordinò uno stemma speciale, corrispondente al suo stato. Si fece dipingere uno scudo azzurro con la mano di Nostro Signore e con la mano di San Francesco in fede chiodata l’una sull’altra. È questo è lo stemma dei Frati Minori, che si trova in un campo azzurro perché tutti i loro pensieri, opere ed esercizi li devono dirigere verso il cielo. Dovendo pensare alla fedeltà che nella loro professione hanno promesso a Dio e a tutti i suoi santi, queste mani sono chiodate insieme, perché da questo legame mai devono essere sciolti e liberi”.

E’ comune consuetudine che solo durante il generalato di frate Francesco Sansone (1475-1499) lo stemma sarebbe stato ufficializzato con una consistente variazione. Fu eliminato il chiodo, e le due mani si sarebbero distinte con l’aggiunta delle due braccia: una coperta del saio di San Francesco, l’altra nuda di Gesù Cristo. In questo modo l’emblema assumeva il significato simbolico del patto di indissolubilità tra l’Ordine francescano e la Chiesa di Cristo.

Successivamente, con il moltiplicarsi delle varie comunità all’interno della famiglia francescana, ogni nuova congregazione vi ha apportato alcune modifiche per garantire una propria riconoscibilità: ad esempio, in alcuni troviamo l’aggiunta della Croce; o del cingolo francescano; o ancora della corona di spine; dei simboli della passione e di decorazioni di vario genere.

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