francescanesimo

L'opera lirica canta San Francesco d’Assisi

Antonio Tarallo Radio InBlu
Pubblicato il 29-04-2022

Il Francesco di Olivier Messian

Del santo d’Assisi tante opere letterarie, tanti quadri o pale d’altare. È l’immaginario infinito dell’uomo sull’uomo che ha segnato la storia della Chiesa. In ogni biblioteca, in ogni chiesa, in ogni pinacoteca, ecco fare “capolino” il Poverello d’Assisi con la sua incredibile storia di ragazzo ribelle che lascia tutto e che segue Cristo. Colpisce questo proliferare di opere dedicate a San Francesco d’Assisi. Ma in tutta questa produzione artistica c’è anche spazio all’opera lirica.

Una partitura, assai complessa (per musica e per organico orchestrale), sembra quasi essere purtroppo dimenticata, eppure è lì a testimoniare che Francesco è davvero uno dei soggetti più rappresentati al mondo. “Saint François d'Assise (scènes franciscaines)”, in italiano San Francesco d'Assisi (scene francescane), è un'opera in tre atti e otto quadri composta dal musicista Olivier Messiaen. L’artista, prima del suo Francesco, si era già cimentato con il tema della fede. Infatti, tra il 1965 e il 1969 fu occupato dalla composizione del grande affresco de “La Transfiguration de Notre Seigneur Jésus-Christ” (La Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo). L'opera, enorme per organico e struttura, è una lunga meditazione sulla trasfigurazione di Cristo. Il testo attinge principalmente dal “Vangelo secondo Matteo” e dalla “Summa Theologiae” di San Tommaso d'Aquino.

Dopo questa grande impresa musicale, l'autore si cimentò nella stesura del libretto di San Francesco, su commissione di Rolf Liebermann per l'Opéra Garnier di Parigi. La composizione della musica lo impegnò dal 1975 al 1979, mentre l'orchestrazione dal 1977 al 1983. La partitura venne poi pubblicata dall'ottobre 1988 al luglio 1992. Il risultato? Un'opera gigantesca in tre atti, dalla durata di ben oltre quattro ore. Vide l’impegno artistico di sette voci soliste; un coro misto a dieci voci di 150 elementi; e, infine, una grande orchestra di 125 musicisti. Il lavoro, che l'autore preferiva chiamare "spettacolo" piuttosto che opera, venne eseguito il 28 novembre 1983 all'Opéra Garnier sotto la direzione di Seiji Ozawa. I cantanti impegnati nell’opera-spettacolo furono: Christiane Eda-Pierre (l'Angelo), José van Dam (san Francesco), Kenneth Riegel (il lebbroso) e Michel Philippe (frate Leone).

"Signore! Poesia e Musica mi hanno condotto a Te: per immagine, per simbolo e per impostazione predefinita Verità”. In queste ultime parole di San Francesco, c’è tutto il significato dell’opera del musicista Messiaen.

Un'opera? Un oratorio? Non c'è dramma vero e proprio, né tantomeno trama. E, allora, potrebbe essere un rito? Una meditazione religiosa della durata di quattro ore? La partitura è un vero e proprio inno alla bellezza della Creazione, canta inni alla musica, si dispiega al ritmo del cammino dell'anima verso la grazia divina. La composizione sembra rievocare una “festa sacra” sul palco, una di quelle feste che animavano il Medioevo italiano. Infatti, in base alla progettazione, San Francesco è più vicino al mistero religioso, al genere teatrale del medioevo piuttosto che alla concezione che abbiamo del dramma lirico, quello dei tempi moderni. La successione delle “tavole”-scene e dei dialoghi, che associano realismo e soprannaturale, sospende il tempo della vita e dà l'impressione di creare il collegamento tra terra e cielo.

Ho scritto il testo contemporaneamente alla musica. È molto importante per me, perché evito di scrivere male vocali, ad esempio, impronunciabili su alcune note per cantanti”, così scrisse il musicista riguardo al suo Francesco d’Assisi. Le sue fonti letterarie sono state, soprattutto, i testi francescani quali la biografia redatta da Tommaso da Celano e quella di San Bonaventura, integrate dai due libri anonimi, “Fioretti” e “Considerazioni sulle stimmate”.

Un’opera monumentale, per entrare nella monumentale spiritualità di San Francesco d’Assisi. Un’opera da gustare e da riscoprire.

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