francescanesimo

I paesaggi e gli animali nella basilica di San Francesco

Redazione
Pubblicato il 29-11-2019

L'intervento di Timothy Verdon, tra i massimi esperti di arte sacra

Vi riproponiamo un estratto dell'intervento di Timothy Verdon, tra i massimi esperti di arte sacra, sui paesaggi e gli animali che troviamo dipinti nella Basilica di San Francesco:


Anche il paesaggio e gli animali diventano temi nel ciclo dedicato al santo amante della natura—a Francesco, che comandava al lupo e predicava agli uccelli. Va notata una cosa bellissima e del tutto nuova: le due scene ubicate interamente nella natura, Il miracolo della sorgente e La predica agli uccelli, sono sistemate una accanto all’altra sulla facciata interna, a sinistra e a destra dell’ingresso. L’abbinamento non può essere casuale, perché si tratta di episodi fuori sequenza—distanti l’uno dall’altro nella Legenda maior, come sono distanti dagli episodi che li precedono e seguono nel ciclo pittorico. Perché allora inserire le sole due scene prive di costruzioni architettoniche nella controfacciata? Credo che la ragione è soprattutto emotiva: chi dall’altare guarda verso l’ingresso ha l’impressione che il muro di fondo-chiesa non c’è—che la basilica si sia aperta cioè al cosmo. Le scene sopra questi affreschi, l’Ascensione di Cristo e la Pentecoste, hanno vaste distese di cielo aperto, le quali – insieme ai due paesaggi sottostanti – in pratica dissolvono la controfacciata, offrendo un’estatica visione dei mondo naturale. L’effetto doveva essere specialmente forte quando le grandi porte di facciata erano aperte sul prato antistante la chiesa.

Tutte e due le scene in controfacciata sono celebri, ma l’amore di Francesco per le creature ha fatto della Predica agli uccelli l’immagine-emblema del santuario. In questo affresco poi è particolarmente chiaro il carattere del nuovo stile pittorico. La stessa scena appare nella basilica inferiore, in un affresco degli anni 1250, dove però le forme corporee umane sono piatte e convenzionali e solo gli uccelli sembrano vivi! Quarant’anni dopo, nell’affresco della controfacciata, Francesco e il suo compagno hanno solidità fisica e fluidità di movimento; le pieghe delle loro vesti modellano i corpi, gli alberi hanno credibili tronchi e rami, e gli uccelli stessi, più numerosi, hanno quasi personalità: sembrano accalcarsi per ascoltare attentamente le parole del santo.

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