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Vaticano, Nel nuovo centro saudita per difendere anche i cristiani

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Una “testa di ponte tra religioni e culture a livello mondiale”: così l'edizione odierna dell'Osservatore Romano definisce il King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue (Kaiciid), l'organismo per il dialogo interreligioso e interculturale intitolato al re dell'Arabia Saudita che ne ha promosso la nascita.

Il Kaiciid verrà inaugurato lunedì prossimo, 26 novembre, nella sua sede di Vienna, alla presenza del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, e dei ministri degli Esteri dei tre Paesi fondatori: Spagna e Austria, oltre all'Arabia Saudita.

Ci sarà anche la Santa Sede, che partecipa al lancio del nuovo Centro in qualità di “Osservatore Fondatore”, con una delegazione guidata il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Il suo vice, il segretario del dicastero padre Miguel Ayuso Guixot, siederà nel Board of directors dell'organismo.

Il coinvolgimento della Santa Sede nell'iniziativa ha suscitato molte domande, tanto che oggi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, è intervenuto alla Radio Vaticana per spiegare il senso della partecipazione.

Per Lombardi, il Kaiciid è una “opportunità”, uno “spazio di dialogo” di cui “è giusto trarre vantaggio e in cui e' bene essere presenti per mettere ulteriormente a frutto l'esperienza e l'autorevolezza delle Santa Sede nel campo del dialogo interreligioso”. L'obiettivo che si propone il centro - “favorire il dialogo fra le religioni e le culture” - è una “urgenza fondamentale per l'umanità di oggi e di domani” che cerca la “comprensione” e la “convivenza pacifica fra i popoli”.

Ma il portavoce vaticano ha voluto anche sottolineare che “la Santa Sede, in quanto Osservatore Fondatore, non mancherà di mettere in luce le proprie preoccupazioni per il rispetto effettivo dei diritti fondamentali dei cristiani che vivono in Paesi a maggioranza musulmana, al fine di promuovere la libertà religiosa nelle sue diverse espressioni”. In questo senso, “il nuovo Centro di Vienna offrirà in tal modo uno spazio idoneo affinché tali istanze trovino modo di essere manifestate ed ascoltate, e i problemi che affioreranno trovino le opportunità soluzioni”.

Un atteggiamento simile a quello di altri membri del Board interreligioso del Centro. Oltre al rappresentante cattolico, ne fanno parte anche due musulmani sunniti - un saudita e il libanese veterano del dialogo e ben noto in Vaticano Mohammad Sammak - e uno sciita, un indù, una buddhista, un cristiano ortodosso e uno anglicano, e infine anche di un rappresentante dell'ebraismo.

Si tratta del rabbino David Rosen dell'American Jewish Committee. In un'intervista alla Reuters, Rosen ha spiegato il suo appoggio all'iniziativa: “È un passaggio fondamentale nel tentativo di Re Abdullah di cambiare l'Arabia Saudita”. Lui, cittadino israeliano, non potrebbe nemmeno entrare in Arabia Saudita ma spera che, anche grazie al centro, le cose possano cambiare, e un giorno una riunione del Board si possa tenere nel Paese del Custode delle due moschee.

Padre Lombardi ha voluto anche sottolineare che il nuovo Centro “non si qualifica come una istituzione propria del Regno dell'Arabia Saudita ma come Organizzazione internazionale indipendente, riconosciuta dalle Nazioni Uniti, e costituita da tre Stati Fondatori, due dei quali con antiche tradizioni cristiane”.

Si tratta di un punto che sta a cuore anche al segretario generale del Kaiciid, Faisal Bin Abdulrahman Bin Muaammar, un ex-viceministro dell'educazione dell'Arabia Saudita che è sempre stato accanto alle iniziative di dialogo di re Abdullah.

La cauta apertura saudita al dialogo tra le religioni è iniziata nel 2005 per rispondere alla crescita del radicalismo all'interno del suo regno. Un momento di svolta è arrivato prima con la visita senza precedenti dello stesso re Abdullah a papa Benedetto XVI nel 2007, poi, l'anno successivo, con una grande conferenza organizzata in Spagna, alla presenza di esponenti cristiani e ebrei.

Oggi, “contribuire a prevenire e a risolvere eventuali conflitti, attraverso la creazione di pace, coesione sociale, promozione del rispetto comune e intesa tra le persone di diverse culture e religioni” è l'obiettivo che si propone il Kaiciid. Tra le prime iniziative che il Centro avvierà c'è un ciclo di conferenze internazionali “The Image of the Other”, che si svolgeranno dal 2013 al 2017 con il compito di “eliminare i pregiudizi e gli stereotipi culturali e religiosi”.(Vatican Insider)

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