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Si riapre il "caso" di frate Francesco Romanelli: nuova ricognizione sul corpo

Gelsomino Del Guercio umbria domani.it
Pubblicato il 22-02-2020

Lunedì 24 febbraio 2020 l’arcidiocesi di Spoleto (Perugia) tornerà a interessarsi del venerabile francescano Padre Francesco Romanelli da Precetto.

 

E' stata fissata, infatti, una ricognizione dei resti del padre dei Cappuccini che verrà compiuta dall’arcivescovo di Spoleto Norcia, monsignor Renato Boccardo, dal provinciale dei Cappuccini dell’Umbria di Assisi, padre Matteo Siro, dal cancelliere della curia di Spoleto, monsignor Giampiero Ceccarelli, dal parroco di Ferentillo, don Rinaldo Cesarini, e da alcuni discendenti del padre cappuccino.

 

I MIRACOLI PIU' FAMOSI

Sacerdote e predicatore dell'Ordine dei frati Cappuccini, vissuto tra la fine del 1500 e la prima metà del 1600, originario di Precetto, frazione di Ferentillo (Terni), è noto per le sue guarigioni miracolose. 

 

Guarì un giovane che, caduto da un albero, si era spezzato le gambe. Poi camminò sulle acque del lago di Piediluco, passando da una riva all’altra sul suo mantello. Ancora, durante la carestia, trasformò le pietre che si trovavano nel suo paese, Precetto, in filoni di pane, sfamando così i suoi compaesani.

 

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LE CAUSE MAI CONCLUSE

I “miracoli” di cui sopra, tramandati dalla tradizione orale, ma anche messi nero su bianco in qualche documento dell’epoca, non sono notizia di oggi ma erano già stati riportati in tre cause di beatificazione, iniziate ma mai portate a termine.

 

La prima nel 1689; la seconda nel corso del 1700; la terza, più recente, (si fa per dire), ovvero risalente tra il 1890 (e firmata dal Papa Pio IX), quando venne compiuta una prima ricognizione dei resti, e il 1905. Cause delle quali si ha contezza nell’archivio arcivescovile dell’arcidiocesi di Spoleto, della quale fa parte Ferentillo.

 

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