fede

Santuario della Madonna del Divino Amore,tra storia e devozione

Gianluca Giorgio
Pubblicato il 09-11-2020

Papa Pio XII consacrò la città di Roma alla Madonna del Divino Amore

Tutto ha inizio in un giorno come tanti altri, nella primavera del 1740. Un pellegrino, passando per la zona di Castel di Leva, nell'agro romano, si vide attorniato da un folto numero di cani che volevano azzannarlo. Probabilmente non c'era nessuno che potesse salvarlo, nè sentirlo, solo un'immagine su una torre diroccata guardava la scena: era quella della Madonna del Divino Amore. Al grido dell’uomo: “Madonna mia, grazia!”, i cani scomparvero da ogni parte e l'uomo riprese il proprio cammino verso Roma.  Il miracolo fu raccontato e presto si diffuse la notizia del prodigio, avvenuto sulle mura che cingevano, in passato, un castello.

L'immagine, molto antica, mostra la Vergine con in braccio il bambino, cui sopra scende la colomba dello Spirito santo del Divino Amore. Da quel giorno, il santuario romano, è divenuto meta di tanti pellegrini e devoti, che bussano al cuore di Maria, per ottenere le grazie più diverse. Guarigioni, riconciliazioni, lavoro, affetti e tanto altro esce dalla mano della Vergine, per venire incontro ai propri figli. Dopo la prima grazia, la Sacra Rota, con sentenza del 8 marzo 1743, affidò l'immagine al Conservatorio di Santa Caterina e le offerte dei fedeli servirono per la costruzione di una piccola chiesa che accogliesse la devozione mariana.

L'architetto Filippo Raguzzini fu incaricato di progettare il tempio, che, il 19 aprile 1745, lunedì di Pasqua, vide l'ingresso del prodigioso ritratto. Interessanti le cronache del tempo che raccontano di una enorme moltitudine di fedeli e confraternite che, con gonfaloni e tanto altro, accompagnarono l'evento. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Pontefice Pio XII consacrò la città di Roma, sua diocesi ed il mondo, alla Madonna del Divino Amore. In quel periodo, l'icona, per evitare che subisse dei danni da eventuali bombardamenti, fu portata nella chiesa di Sant'Ignazio di Loyola, nel cuore di Roma. Nel nuovo santuario, edificato nel 1999, per accogliere un maggior numero di fedeli, è conservato il pulpito sul quale predicò Pio XII. Entrando nell'antico tempio, davanti al ritratto della Theotokos, è possibile vedere sulle pareti di una sala, moltissime grucce, sciabole da ufficiali e diversi ex voto.

Innumerevoli questi ricordi parlano della bontà di Maria che non solo ha operato tanto, ma ha cambiato il cuore di molti, convertendoli all'amore del Padre. La devozione alla Madonna del Divino Amore, è molto sentita tra i fedeli che con varie opere continuano la lode a Maria, recandosi, con fede ed amore ai piedi della Madre di Dio. In alcuni mesi dell'anno c'è, anche, la possibilità di fare un pellegrinaggio mariano notturno, che partendo dal colle Aventino giunge al santuario, alle prima luci dell'alba. Durante il cammino si recita la preghiera del Santo rosario, accompagnata da vari ed adatti canti liturgici. Al mattino viene celebrata la Santa Messa, per presentare a Maria le richieste dei suoi figli, certi del soccorso di questa tenera Madre. (Aci Stampa)

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