fede

San Paolo e la conversione del giovane Francesco

Antonio Tarallo Web
Pubblicato il 24-01-2023

Conversione, parola profonda che nell’immaginario di ognuno apre a diverse immagini. Se prendiamo il lemma così com’è, in maniera letterale, non possiamo che rifarci al dizionario Treccani, lo storico dizionario d’italiano: “Conversióne s. f. [dal lat. conversio -onis, der. di convertĕre “convertire”]”, successivamente il dizionario passa alle diverse spiegazioni; fra queste - che non ha nulla a che fare con la religione - vi è: “Rivolgimento, movimento di un corpo nello spazio intorno a un altro corpo”; solo verso la fine di diverse spiegazioni troviamo: “Nel linguaggio comune, il passaggio a un’altra religione”. Ma torniamo all’inizio, a quel sostantivo latino derivante dal verbo “convertĕre”, vale a dire "portarsi dall'uno all'altro luogo", "volgersi verso qualcuno o qualche cosa", "cambiare direzione" o "strada". Il tema, dunque, più importante è “cambiare”. Ed è interessante che il dizionario metta, fra i primi significati, quello di “movimento di corpo nello spazio”.

Un corpo che si muove: quale altra immagine potrebbe venire in mente riguardo la conversione se quella di un corpo in movimento? San Paolo è in movimento; così San Francesco. Cum-vergere, volgere verso qualcosa; Paolo e la sua conversione così ben descritta dal Caravaggio nella sua famosa tela; Paolo di Tarso che cambia direzione, strada. Da pubblicano a cristiano; da lavoratore del cuoio a lavoratore delle parole per comunicare la Parola. Secoli dopo, ci sarà un Francesco nato ad Assisi, non a Tarso, che da ragazzo “scapestrato” diventerà “uomo retto”; da ragazzo che non sapeva cosa volesse dire la carità diverrà Carità in persona; non sappiamo quanto la preghiera fosse parte della sua vita prima di divenire frate Francesco, ma diventare dopo la conversione “tutto corpo preghiera” è davvero straordinario. E tutto ciò avviene grazie alla conversione: conversione del cuore; della mente; del corpo, anche, se ci pensiamo bene: dalle ricche vesti a un “misero” saio.

“Volgere verso altra direzione”: Francesco, dalla casa paterna alla strada dei poveri, alla vita fraterna della comunità. La sua famiglia non sarà più quella originaria, ma altro, qualcosa di nuovo; così come è stato per San Paolo che prima di incontrare il Signore sulla via di Damasco aveva avuto ben altra casa, ben altra vita. Francesco dice sì a Dio e si converte; San Paolo si converte e dice sì a Dio. Uomini, entrambi, che venivano da direzione diverse ma che convergono-convertono verso lo stesso mare d’Amore, quello di Dio; sono due fiumi che provengono da terre diverse - diversi erano i loro caratteri, le loro fisionomie, le loro estrazioni sociali, l’ambiente in cui vivevano - ma entrambi sfociano nello stesso mare, lo stesso che hanno navigato: Saulo di Tarso per la predicazione nelle terre del Mediterraneno; Francesco per raggiungere la Terra Santa.

La conversione di San Paolo ci dice che tutti possiamo diventare “qualcosa” di meglio - “qualcuno”migliore; e Francesco d’Assisi lo ha testimoniato pienamente nella sua vita.

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