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San Massimo, il primo vescovo di Torino: leggi la sua storia

REDAZIONE FAMIGLIA CRISTIANA Famiglia Cristiana
Pubblicato il 25-06-2019

Massimo, il primo vescovo di Torino, nacque verso la metà del secolo IV e fu discepolo di S. Eusebio di Vercelli; poi, quando per iniziativa di S. Ambrogio furono erette diverse diocesi in Piemonte, egli fu assegnato a quella di Torino.

Un grande impegno dimostrò quando si tenne nella sua città, nel 398, un concilio di vescovi delle Gallie sotto la presidenza di S. Simpliciano, successore di Ambrogio nella sede milanese. Inoltre, quando Torino fu minacciata dalla invasione dei Goti di Alarico, il santo sostenne i fedeli esortandoli alla fiducia in Dio, alla preghiera e alla resistenza per amore della patria, ammonendo coloro che stavano per fuggire. Con la sua predicazione egli si prefiggeva di liberare il popolo, soprattutto i contadini sparsi nelle campagne, dalle superstizioni e dai costumi pagani, con una adeguata istruzione sulle verità e le virtù cristiane. Le campagne allora erano disseminate di idoli, di simboli superstiziosi e il vescovo si schierò contro tali pratiche: «Non è lecito», diceva ai proprietari terrieri, «che avendo Cristo nel cuore, abbiate l’Anticristo nei vostri possedimenti e mentre voi adorate Dio nella chiesa, i vostri contadini venerino il diavolo nelle are e nelle edicole».

L’idolatria, insisteva, contamina tutto e tutti, e bisogna eliminarla. La sua oratoria, come si può vedere dalle Omelie e dai Sermoni che ci sono pervenuti, è ispirata a mitezza e a comprensione, anche se non rifugge dalla vigorosa riprovazione e dall’ammonimento severo, ed è caratterizzata da uno stile chiaro, scorrevole e persuasivo. Massimo si rivela zelante apologeta della Chiesa, descritta come società dei credenti in Cristo costituita sulla gerarchia episcopale con centro e fondamento il vescovo di Roma,. successore di Pietro e Vicario di Cristo. Ma è soprattutto con l’esempio di una vita basata sulla pietà, la sobrietà, la preghiera e la penitenza, che egli conquistò il cuore dei fedeli che lo venerarono subito come santo.


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