Le visite dei pontefici
E' SORPRENDENTE LA GRANDE MATURITA' SPIRITUALE DI FRANCESCO NEL TRATTARE I PECCATI DEI SUOI FRATELLI
Se ci fosse ancora bisogno di dimostrare che Francesco d’Assisi è un grande maestro del discernimento spirituale, questa Lettera a un ministro ne sarebbe la conferma piena. È la trasformazione in direzione spirituale concreta della pagina drammatizzata della perfetta letizia. Ha sullo sfondo la passione di Gesù. Infatti è solo scorgendo in filigrana il volto del Cristo patiens, che possiamo giustificare il cammino che Francesco propone: “ogni persona che ti sarà di ostacolo […] anche se ti coprissero di battiture, amali”. Come non vedere qui il racconto della “pazienza” di Cristo, del suo amore sino alla fine nonostante l’opposizione, lo scherno, “le battiture”. In effetti non ci sono altre motivazioni per Francesco – ed è questa anche la proposta per noi – nell’accogliere le molestie, le persone difficili, le sconfitte anche relazionali, se non illuminandole con l’abbagliante luce di colui che “taceva e pregava” per i suoi persecutori mentre veniva schernito e condotto al supplizio della croce.
Il secondo quadro che Francesco propone mi pare che abbia come sfondo alcune pagine evangeliche: innanzi tutto quella del figlio prodigo che ritorna a casa e invece di trovare rimproveri, i meritati castighi e la punizione per il suo peccato, incrocia solo lo sguardo del padre che ansiosamente lo aspetta e lo avvolge di perdono. A questo si aggiunge la parabola della dramma perduta e così ostinatamente cercata. Ogni peccatore, forse anche noi, perduti in chissà quali angoli bui dell’esistenza, siamo cercati con insistenza, quasi caparbietà, dal Signore. È lui in fatti che vuole dare il perdono anche a coloro che non hanno la forza per chiederlo.
È sfolgorante la motivazione finale di questo comportamento che Francesco chiede a questo Ministro, ma in definitiva a tutti i frati: che tu possa attrarlo al Signore. Non si tratta infatti di una tecnica più o meno furba per riconquistare le persone, per ristabilire la tranquillità di tutti. Il vero obiettivo di Francesco è la relazione con il Signore. La nostra misericordia viene così spogliata della sottile tentazione di essere usata “per la nostra tranquillità”, per essere invece orientata all’unico e vero utilizzo che se ne può fare: manifestare in profondità l’amore del Padre.
Infine, è sorprendente la grande maturità spirituale di Francesco nel trattare i peccati dei suoi fratelli. Mi viene in mente un libretto di qualche anno fa di Henry Nouwen, Il guaritore ferito. La tesi di quel libretto era che solo chi ha avuto ferite (e il Signore Gesù ha le sue piaghe ben profonde…) può trattare e toccare un ferito, sia nello spirito che nel corpo, perché sa dove fa male… Francesco conosce per esperienza il peccato, come lui stesso ci ricorda nel suo Testamento. Ma soprattutto ha memoria della grande misericordia con cui è stato trattato dal Signore e da quelli che lo conoscevano. Adesso fa sua questa pedagogia e la propone ai suoi frati. Com’è attuale questo atteggiamento, sia nel contesto della vita religiosa che in quello più ampio della vita ecclesiale: avere uno sguardo di misericordia e non lo sguardo di colui che scruta solo per trovare errori e quantificare limiti. È l’atteggiamento del Signore, che pur invitando la persona a ritrovare la sua strada (vai e non peccare più) innanzi tutto le offre il perdono (neanche io ti condanno...). Un insegnamento audace per conciliare misericordia, perdono e invito alla conversione.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA