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Pentecoste, l'origine della festa e i doni dello Spirito Santo

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 31-05-2020

La discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli

Cosa si celebra nella festa di Pentecoste?

Nella Solennità di Pentecoste si celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo. Con la Pasqua e il Natale costituisce una delle feste più importanti del calendario liturgico, e segna l’avvio della chiamata missionaria della Chiesa. Sono gli Atti degli Apostoli a indicarci tale evento: “Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste – recita il testo –, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”(Atti degli Apostoli, capitolo 2).

L'origine della festa. “La festa della mietitura” nel popolo ebraico.

Già nell’antico popolo ebraico troviamo la celebrazione di questa festa. Era - ovviamente - di altra natura, legata al mondo agricolo. La chiamavano “festa della mietitura e dei primi frutti” e veniva celebrata il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica: segnava l’inizio della mietitura del grano. Veniva chiamata anche “Festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza di sette settimane dopo la Pasqua: infatti, nella lingua greca, il termine “Pentecoste” significa cinquantesimo giorno. Troviamo nelle Scritture, il termine Pentecoste in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32. La ricorrenza - in origine - era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra. Si aggiunse, poi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al popolo ebraico: la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai. Secondo l’antico rituale ebraico, la festa vedeva il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari sacrifici. Faceva parte delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.

L’istituzione cristiana della festa

I cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. A quanto sembra, fu Tertulliano, apologista cristiano (155-220), il primo a parlarne come di una festa particolare in onore dello Spirito Santo. Sul finire del IV secolo, la Pentecoste era festa solenne: proprio durante questa, era uso impartire il Battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale. Le costituzioni apostoliche testimoniano l’Ottava di Pentecoste per l’Oriente, mentre in Occidente compare nei tempi di Carlo Magno. L’ Ottava si conservò fino al 1969. I giorni festivi di Pentecoste furono invece ridotti nel 1094, ai primi tre giorni della settimana; ridotti a due dalle riforme del Settecento. All’ inizio del XX secolo, fu eliminato anche il lunedì di Pentecoste, che tuttavia è conservato come festa in Francia e nei Paesi protestanti.

Lo Spirito Santo

Definirlo - dobbiamo confessare - è quasi impossibile. Teologi, santi, mistici hanno prodotto una vasta letteratura su questo “elemento” così fondamentale per la Fede, per la Chiesa cattolica. Una forza inesauribile, forse questa potrebbe essere una delle definizioni palusibili per circoscrivere un campo di indagine infinito. Infinito, proprio come lo Spirito Santo. Possiamo però dare alcuni dati che danno un “affresco” dello Spirito Santo. Ci proviamo, dunque: prima di tutto, è la terza persona della Santissima Trinità, principio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. Lo Spirito Santo è “colui” che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della Verità.

Nell’Antico Testamento, non troviamo una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo come persona divina. Troviamo, invece, tale termine: “lo spirito di Dio”, che assurge a forza divina che produce la vita naturale cosmica. Forza vitale, primordiale. Nel Nuovo Testamento, lo Spirito appare talora ancora come forza impersonale carismatica. Insieme però, avviene la rivelazione della “personalità” e della “divinità” dello Spirito Santo, specialmente nel Vangelo di san Giovanni, dove Gesù afferma di pregare il Padre perché mandi il Paraclito, altro termine che sta ad inidicare lo Spirito Santo. L’insegnamento tradizionale della Chiesa - inoltre - seguendo un testo di Isaia, elenca sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Tutti doni, presenti nella grazia del Battesimo e confermati dal sacramento della Cresima.

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