fede

Papa Francesco: sappiate perdonare come Dio, che 'dimentica' i peccati

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il Pontefice ricorda che la perfezione del Signore ha un punto debole proprio dove l’imperfezione umana tende invece a non concedere sconti: la capacità di perdonare.

Soprattutto in Quaresima, bisogna prepararsi ad accogliere il perdono di Dio; ma anche a perdonare a propria volta come Lui, cioè «dimenticando» le colpe degli altri. Tralasciando i torti subiti. In un certo senso dunque, occorre essere un po’ «smemorati». È l’esortazione di papa Francesco nella Messa di questa mattina a Casa Santa Marta. Lo riferisce Radio Vaticana.

Il Pontefice ricorda che la perfezione del Signore ha un punto debole proprio dove l’imperfezione umana tende invece a non concedere sconti: la capacità di perdonare. 

Oggi nel Vangelo si legge della celebre domanda di san Pietro e Gesù: quante volte si deve perdonare un «fratello» che ha commesso una colpa contro di me? La Lettura, tratta dal Profeta Daniele, è incentrata sulla preghiera del giovane Azaria che, condannato alla morte in un forno per essersi rifiutato di adorare un idolo d’oro, invoca tra le fiamme la misericordia divina per il popolo, ma chiedendoGli contemporaneamente perdono per sé. Ecco, questo, evidenzia Papa Bergoglio, è il modo corretto di pregare, con la consapevolezza della bontà di Dio.

Perché «quando Dio perdona, il suo perdono è così grande che è come se “dimenticasse”». Quindi, «tutto il contrario di quello che facciamo noi, delle chiacchiere: “Ma questo ha fatto quello, ha fatto quello, ha fatto quello…”, e noi abbiamo di tante persone la storia antica, media, medievale e moderna, eh?, e non dimentichiamo. Perché? Perché non abbiamo il cuore misericordioso. “Fa con noi secondo la Tua clemenza”, dice questo giovane Azaria. “Secondo la Tua grande misericordia. Salvaci”. È un appello alla misericordia di Dio, perché ci dia il perdono e la salvezza e dimentichi i nostri peccati».

Cristo - per spiegare a san Pietro che bisogna perdonare sempre e comunque - racconta la parabola dei due debitori: il primo riceve il condono dal suo padrone, pur essendogli debitore di una cifra enorme, ma poi non sarà capace poco dopo di essere altrettanto misericordioso con un altro che gli deve solo una piccola somma. Commenta Francesco: «Nel Padre Nostro preghiamo: “Perdona i nostri debiti come noi perdoniamo ai nostri debitori”. È un’equazione, vanno insieme. Se tu non sei capace di perdonare, come potrà Dio perdonarti? Lui ti vuole perdonare, ma non potrà se tu hai il cuore chiuso, e la misericordia non può entrare. “Ma, Padre, io perdono, ma non posso dimenticare quella brutta cosa che mi ha fatto…”. “Eh, chiedi al Signore che ti aiuti a dimenticare”: ma questa è un’altra cosa. Si può perdonare, ma dimenticare non sempre ci si riesce. Ma “perdonare” e “me la pagherai”: quello, no! Perdonare come perdona Dio: perdona al massimo».

Le parole fondamentali dunque sono misericordia, compassione, perdono. «Che la Quaresima – è la speranza di Francesco - ci prepari il cuore per ricevere il perdono di Dio. Ma - ammonisce e ribadisce - riceverlo e poi fare lo stesso con gli altri: perdonare di cuore. Forse non mi saluti mai, ma nel mio cuore io ti ho perdonato. E così ci avviciniamo a questa cosa tanto grande, di Dio, che è la misericordia. E perdonando apriamo il nostro cuore perché la misericordia di Dio entri e ci perdoni, a noi. Perché tutti noi ne abbiamo, da chiedere di perdono: tutti. Perdoniamo e saremo perdonati. Abbiamo misericordia con gli altri, e noi sentiremo quella misericordia di Dio che, quando perdona, “dimentica”». Vatican Insider

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA