fede

Note sull’enciclica “laudato si’” di Papa Francesco

Redazione romasociale.com
Pubblicato il 15-07-2019

Alcune note ad opera di Marcello Marsili sull'enciclica di Papa Francesco sulla cura della 'casa comune'

L'Enciclica “ Laudato Si’ ” è generalmente apprezzata per i suoi intenti e contenuti articolati, come fonte di innumerevoli spunti di riflessione ed applicazione. Nel percorso del Magistero Sociale della Chiesa è importante che, pur collocandosi in un periodo storico con specifiche esperienze ed ampie conoscenze, rappresenti una visione aperta ed una prospettiva reale, non trincerandosi dietro Simbolismi opinabili e paradossi nelle Scritture.

In effetti non vanno sottovalutati e confusi alcuni aspetti fondamentali e punti critici sul tema affrontato, ma piuttosto va chiarita e ridimensionata l'idea Antropocentrica seppur riduttiva o esaltata rispetto a quella più complessa della Creazione e della Teologia nel loro sviluppo imprevedibile e misterioso.

L'esposizione relativamente consistente e divagante della Lettera sollecita molteplici annotazioni che andrebbero esplicitate ed approfondite, ragionando su espressioni e concetti che potrebbero indurre ad interpretazioni equivocabili e a conclusioni fuorvianti. Di seguito si possono esemplificare alcuni elementi.

1 – Nello spirito dell'Enciclica si coglie l'umiltà di San Francesco quando viene evidenziata l'ammirazione per la Creazione (nelle manifestazioni più visibili) ed il ruolo dell'Uomo-Creatura, collocato temporalmente e spazialmente sul Pianeta Terra, con le reciproche e specifiche connessioni e diversità. Ciò è ben lungi dal proclamare l'Umanità quale “Custode del Creato” che sembra riecheggiare per similitudine l'equivoco e l'inganno di episodi biblici sulla superbia e presunzione (vedi costruzione della Torre di Babele) con gli effetti conseguenti. La suddetta espressione virgolettata (ripetuta pedissequamente) può far emergere un'assurdità scientifica ed una irriverenza teologica che ricordano le diatribe basate su certe traduzioni di frasi bibliche (es. “Fermati o sole”) e su acquisizioni astrofisiche (Galileo), finalmente superate anche nella Chiesa. L'Uomo e la Terra rappresentano una parte significativa ma infinitesimale del Cosmo, impossibilitati ad influenzarne e/o modificarne la sua essenza e totalità in quanto opera unica di Dio. Semmai si richiederebbe il procedimento inverso di custodia e cura, in attesa della conferma Evangelica ed apocalittica di “Cieli nuovi e Terra nuova”, limitando ed attualizzando la simbiosi al solo “Giardino dell'Eden e dintorni”. Infatti un consapevole e responsabile rapporto tra Dio, Universo ed Uomo viene già indicato nei messaggi biblici sugli eventi naturali (es. Diluvio) e nel dialogo tra il Signore e Giobbe.

2 – La Questione Demografica costituisce un elemento basilare (per sua costituzione) della “Ecologia Integrale” che andrebbe affrontata senza fondamentalismi, pregiudizi rigidi o tentazioni inquisitorie. Lo stesso invito biblico rivolto agli Esseri Viventi (“Crescete e moltiplicatevi”) si può parametrare distintamente nello Spazio (Mondo e circostanze) e nel Tempo (in principio, finora e nel futuro) con la prospettiva dell'Eternità. L'incremento delle popolazioni non rappresenta il paradigma assoluto per la “Difesa della Vita”, contro una Demografia cosciente e sostenibile accusata di eresia in quanto fautrice della “Cultura della Morte”. Finora avere incentivato comunque e dovunque gli individui di ogni specie, non sembra aver eliminato la Povertà, né agevolato i Poveri, nemmeno impedito conflitti e sfruttamenti, neppure consentito sviluppo equo e solidale.

3 - Le problematiche riguardanti in particolare gli inevitabili “Sprechi e Scarti” umani e materiali citati nella comunicazione ecclesiale, rischiano di essere banalizzate o demonizzate, magari rese magicamente risolvibili o fatalmente distruttive. Innanzitutto non si può prescindere dal riconoscimento degli Equilibri e Trasformazioni termodinamiche negli Ecosistemi locali ed astrali finora conosciuti. Ad esempio il dramma della Fame e delle Calamità evidenziano le contraddizioni sulla catena alimentare e gli stili di vita, i dilemmi costi/benefici e produzioni/consumi, le controversie sui rifiuti/riusi, la confusione e gli interessi su come fronteggiarli. Questa dialettica è alimentata dalla constatazione che in Natura e nella Logica il “Dono gratuito” va commisurato nella reciprocità, non dogmatizzato, in quanto Tutto è soggetto ad azioni e reazioni multiformi concrete e causali, anche se non sempre verificabili, che comunque investono le stesse Relazioni divine, umane e cosmiche.

4 – Sotto l'aspetto Mistico, merita particolare meditazione la collocazione e interpretazione dell'Eucaristia nella circolare apostolica. Sempre tenendo precedente la centralità dell'Incarnazione di Cristo rispetto alla ricomposizione creativa, il dono Sacramentale dell'Ostia rappresenta un Tesoro proprio per l'Umanità redenta ed il suo Mondo, ma non necessariamente identificabile per tutto il Cosmo e la sua Evoluzione. È tutto da comprendere e non facilmente esprimibile in modo automatico questo Mistero Eucaristico nella ciclicità e nei legami teologici rappresentati dalla Trinità – Cosmo – Umanità – Resurrezione – Eternità. Quanto sopra esposto modestamente e sinteticamente è mosso da sentimenti di rispetto, come ulteriore commento e chiave di lettura sugli argomenti posti dall'Enciclica, quale contributo per elaborazioni e dibattiti costruttivi con apertura e parresia, a beneficio di un dialogo ed arricchimento della Comunità Universale.

Marcello Marsili

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