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Nota del Vaticano sulla discussa lettera del Pontefice: Papa Francesco non voleva ferire i sentimenti dei messicani

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il Papa non intendeva ferire i sentimenti del popolo messicano. Lo si legge in una «nota» che la Segreteria di Stato vaticana ha consegnato all’ambasciatore del Messico presso la Santa Sede  dopo le recenti proteste diplomatiche di Città del Messico sull’espressione «evitare la messicanizzazione» usata dal Papa in una email privata in risposta ad un amico argentino molto impegnato nella lotta alla droga, che aveva usato questa frase.

La Segreteria di Stato, ha reso noto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha consegnato una Nota all’ambasciatore del Messico presso la Santa Sede in cui chiarisce che con la espressione «evitare la messicanizzazione» il Papa non intendeva assolutamente ferire i sentimenti del popolo messicano, che ama molto, né misconoscere l’impegno del Governo messicano nel combattere il narcotraffico. Com’è noto, ha proseguito Lombardi, l’espressione «evitar la mexicanización», era stata utilizzata dal Papa in una e-mail di carattere strettamente privato ed informale, in risposta ad un amico argentino molto impegnato nella lotta alla droga, che aveva usato questa frase. La Nota mette in luce che evidentemente il Papa non intendeva altro che rilevare la gravità del fenomeno del narcotraffico, che affligge il Messico e altri Paesi dell’America Latina. E proprio per questa gravità la lotta contro il traffico di droghe è una priorità del Governo; per contrastare la violenza e ridare pace e serenità alle famiglie messicane, incidendo sulle cause che sono all’origine di questa piaga.

Si tratta di un fenomeno, come altri in America Latina, per i quali in varie occasioni, anche negli incontri con i Vescovi, il Santo Padre ha richiamato l’attenzione sulla necessità di adottare a tutti i livelli politiche di cooperazione e di concertazione.

Il ministero degli Esteri messicano aveva preannunciato l’intenzione di inviare una nota di protesta al Vaticano per esprimere «tristezza e preoccupazione» per commenti che avrebbero «stigmatizzato il paese». Il segretario agli Esteri, José Antonio Meade, aveva detto ieri di essersi incontrato con il nunzio vaticano nel paese, Christophe Pierre, per informarlo della nota. Il paese «ha ripetutamente dimostrato il suo impegno a combattere i cartelli, e ci sono cose più produttive da fare che cercare di stigmatizzare il Messico», aveva detto Meade.

A innescare la polemica era stata una email inviata dal Papa a un deputato della provincia argentina di Buenos Aires, Gustavo Vera, responsabile della ong La Alameda, impegnata contro la droga e il traffico di esseri umani. Nella lettera, resa nota dalla fondazione stessa, Bergoglio scrivevea: «spero che siamo ancora in tempo per evitare la ‘messicanizzazione’» dell'Argentina, dove il narcotraffico è in aumento. «Ho parlato con alcuni vescovi messicani e la situazione è veramente terrificante», aveva scritto il Papa («Ojalá estemos a tiempo de evitar la mexicanización. Estuve hablando con algunos obispos mexicanos y la cosa es de terror»). «Da oggi, per una settimana, vado a fare degli esercizi spirituali con la Curia Romana», scriveva il Papa nel messaggio del 21 febbraio. «Una settimana di preghiera e meditazione che mi farà bene». Interrotto dalla polemica col Messico, ora conclusa dalla nota di chiarimento. Vatican Insider

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