fede

L’inno all’Eucarestia “Tantum ergo”. La storia, le origini della festa del Corpus Domini

Antonio Tarallo Redazione online
Pubblicato il 22-06-2019

“Tantum ergo sacramentum / veneremur cernui / et antiquum documentum / novo cedat ritui. / Praestet fides supplementum / sensuum defectui”. Queste le famose strofe del canto “Pane lingua”, la composizione creata “ad hoc” per la festa del Corpus Domini del 1264, fortemente voluta da papa Urbano IV. L’inno – in verità – si rifà a una composizione precedentemente scritta circa sette secoli prima, da Venanzio Fortunato (futuro San Venanzio Fortunato), celebre autore di poesie in lingua latina, e biografo di santi. In questo canto si ripercorre l'Ultima Cena di Cristo. Tradizione vuole che sia stato San Tommaso d’Acquino a comporre tale nuovo inno. Non si può negare che una “vexata quaestio” accompagna l’attribuzione dell’inno al famoso santo teologo.  Per poter fare un po’ di chiarezza, è necessario partire da un “fatto”. Prima che Urbano IV promulgasse la bolla del 1264 – con la quale la festa del Corpus Domini veniva estesa alla Chiesa universale – esistevano già alcune liturgie in merito all’adorazione eucaristica. Abbiamo nominato infatti Venanzio Fortunato, prima, come l’autore originario del “Pane lingua”, ad esempio. Questo dato, però non elimina la possibilità della richiesta di una nuova liturgia da proporre all'intera Chiesa latina, la cosiddetta liturgia romana.

Se attingiamo dal libro “Hystoria” di Guglielmo di Tocco, discepolo di San Tommaso negli anni 1272-1274, troveremo fra l’elenco delle composizioni che compongono la liturgia del Corpus Domini, proprio il famoso inno di San Tommaso: “Egli scrisse l'Ufficio del Corpus Domini su richiesta di papa Urbano, presentando tutte le figure dell'Antico Testamento relative a questo sacramento e sintetizzando le verità che appartengono alla grazia nuova”.


Urbano IV, San Tommaso ed Orvieto. C’è uno stretto legame fra i due personaggi che sfocia, in una certa misura, nella città di Orvieto, città che vide la nascita dell’importante Bolla Transiturus (1264), con cui   – appunto – fu istituita la festa del Corpus Domini. E cosa c’entra, allora, Orvieto con San Tommaso? Già due anni prima, dal settembre 1261, il santo teologo fu nominato lettore nel convento domenicano di Orvieto.  Ed è allora affascinante comprendere come i due personaggi potevano facilmente essere in contatto fra loro. Con la nuova istituzione della Festa del Corpus Domini, e dunque, con il nuovo Ufficio Liturgico da preparare, il colto Tommaso non poteva non essere coinvolto nella preparazione di una simile fondamentale festa. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la nascita dell’inno “Tantum Ergo”, o meglio, “Pane lingua”.


Tradizione vuole che San Tommaso, prima di presentarsi al cospetto del pontefice per proporre l’inno, si sia recato nella chiesa del suo convento per pregare davanti alla cappella del Santo Crocifisso. Tommaso doveva chiedere al Signore di fargli conoscere il suo gradimento o meno di quanto fosse stato scritto. E il Crocifisso rispose, in semplicità “Hai scritto bene di me. O Tommaso, e qual mercede desideri?”. San Tommaso, allora, rispose: “Non altro fuorché Voi stesso, o Signore”.


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