fede

Le tradizioni legate alla festa del Corpus Domini

Antonio Tarallo Aci Stampa
Pubblicato il 20-06-2022

Italia, di santi, di poeti, di navigatori. E anche di tradizioni. E se c’è una festa, le tradizioni - si sa bene - esplodono in tutta la loro ricchezza, nei loro variopinti colori. La festa del Corpus Domini ha riservato, fin dalla sua nascita, tradizioni che si rincorrono e ricorrono nel corso dei secoli. Corpus Domini, festa preziosa per tutta la Chiesa. La storia d’Italia ci consegna pagine e pagine scritte nel romanzo dove sono racchiuse le iniziative popolari, gli eventi che hanno vissuto - da tempo immemorabile - i nostri nonni, i nostri avi. Per la festa del Corpus Domini si incrociano devozioni popolari e teologia, profumi e odori, colori e immaginette sacre: una commistione conosciuta in tutto il mondo. Partiamo, allora, in questo nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni, da un primo punto: l’alta teologia.

San Tommaso d’Aquino è rimasto noto come uno dei più grandi teologi della fede. Il famoso santo, infatti, dal lontano 1567, ha il titolo di Dottore della Chiesa. E fu proprio lui, il santo aquinate, a comporre gli importanti inni eucaristici che ancora oggi fanno parte della Liturgia della Chiesa. Gli inni a cui facciamo riferimento sono presenti nel Messale Romano del 1570, voluto da papa Pio V, citato nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Furono scritti, su richiesta di Papa Urbano IV, in occasione della prima festa del Corpus Domini che si tenne a Orvieto nel 1264: “Egli scrisse l'Ufficio del Corpus Domini su richiesta di papa Urbano, presentando tutte le figure dell'Antico Testamento relative a questo sacramento e sintetizzando le verità che appartengono alla grazia nuova”, così è scritto nell’“Hystoria” di Guglielmo di Tocco, discepolo di San Tommaso.

Troviamo cinque inni scritti dal fine teologo, e sono: l’'inno per i primi e secondi vespri della festa, il “Pange lingua”, che si canta nelle processioni del Giovedì Santo e termina con il notissimo “Tantum ergo”, da secoli il canto che accompagna la benedizione col Santissimo Sacramento; nel mattutino, si recita il “Sacris Solemniis”, molto simile agli antichi inni ambrosiani; di poi, abbiamo il “Panis angelicus”, il “Verbum supernum prodiens” e il “O salutaris hostia”. È necessario precisare che tutti gli inni citati trovano riscontro in liturgie precedenti, ma compaiono - per intero e assieme - solo nell'ufficio romano del Corpus Domini.

E dopo l’alta teologia di San Tommaso, è la volta delle antiche tradizioni popolari, quelle che animano la cosiddetta devozione popolare, patrimonio tutto da scoprire e ricordare. Stiamo parlando delle famose “Infiorate per il Corpus Domini”, tappeti di fiori che vengono disposti sui sagrati delle chiese, prima della processione del Santissimo Sacramento. È un’antica tradizione italiana, nata a Roma, dall’allora responsabile della Floreria vaticana, l’architetto Benedetto Drei (1580 circa-1637). L’origine è da ritrovarsi nel giorno dedicato ai festeggiamenti dei Santi protettori di Roma, Pietro e Paolo (29 giugno): nel 1625, Benedetto Drei, e suo figlio Pietro, ebbero l’idea di celebrare i due santi con questa innovativo spettacolo floreale. Papa, Urbano VIII, sposò l’idea di decorare il sagrato della Basilica di San Pietro con immensi quadri composti da milioni di petali di fiori. Per quest’arte si alternarono nomi del calibro di Gian Lorenzo Bernini e Vanvitelli.

Solo nel corso dei secoli, questa usanza cominciò ad essere adottata per festeggiare il Corpus Domini. In questo caso la nostra attenzione si deve spostare in un'altra città, vicino a Roma: Genzano, località dei Castelli romani. Qui, nel 1778 avviene la prima infiorata in onore della festa del Corpus Domini. La storia, poi, si tramanderà di anno in anno, di secoli in secoli, tranne in alcuni periodi particolari come l’arresto della tradizione avuto dal 1845 al 1863; oppure nei cinque anni del secondo conflitto mondiale. L'ultima interruzione della manifestazione floreale genzanese è avvenuta nel 2020 a seguito della pandemia Covid-19.

Fiori e canti, colori e parole, sentimenti di devozione popolare misti alla più profonda teologia: sono questi, solo alcuni aspetti di quella che rappresenta una delle più importanti feste della Chiesa, il Corpus Domini.

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