fede

La Madonna e i miracoli contro la peste

Antonio Tarallo Ansa - VATICAN MEDIA HANDOUT
Pubblicato il 16-03-2020

La storia dell’icona di ‘Maria, Salus Populi Romani’

L’icona è conservata nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, il più antico santuario mariano non solo di Roma, ma di tutto l’Occidente. La basilica fu costruita da Liberio nel IV secolo, per poi restaurata e ampliata da Sisto III, in occasione del concilio di Efeso (431), il famoso concilio che definì il dogma della divina maternità di Maria. Da oltre sedici secoli, dunque, sorge questo tempio dedicato alla Madre di Dio.

L’immagine della Madonna Salus Populi Romani, appartiene alla tradizione delle icone attribuite a San Luca. Secondo gli studi storici più recenti, si è attribuita l’opera a un anonimo autore tra il IX secolo e il XII. Rappresenta Maria con il figlio in braccio, che con una mano benedice e con l’altra tiene un libro. Si tratta di una Madonna Odigitria: Maria indica al fedele cioè colei che indica la via che è il Figlio.

Dal 1256 la splendida icona era posta nella navata centrale della basilica, nel cosiddetto ciborio. Nel 1613, invece, fu collocata nella cappella Paolina, costruita appositamente da papa Paolo V. Era proprio a questa immagine che il popolo di roma, si rivolgeva per tutte le sue necessità, specialmente durante pestilenze, calamità naturali o guerre.

Fra le tante leggende che hanno come protagonista questa icona, ricordiamo quella legata alla peste che colpì Roma, sotto il pontificato di Gregorio Magno. La peste, scoppiata in città, aveva mietuto numerose vittime. Il cardinale Cesare Baronio - storico della Chiesa - scrisse che fu papa Gregorio a portare l’icona nella basilica di Santa Maria Maggiore, nel 590, al termine di una processione per invocare la fine della malattia mortale. Fu proprio in questa in occasione che fu visto - sopra il Mausoleo di Adriano - l’arcangelo Michele riporre la spada nel fodero.

Giunti al ponte davanti al Mausoleo di Adriano, conosciuto oggi come Castel Sant’Angelo, si udì un coro di angeli che cantavano: “Regina Coeli, laetare, Alleluja – Quia quem meruisti portare Alleluia – Resurrexit sicut dixit Alleluja!”. A questo canto, il papa rispose : “Ora pro nobis Deo, Alleluja!”. Così, nacque il Regina Coeli.

Dopo il canto, gli angeli si disposero in cerchio intorno all’icona della Madonna e papa Gregorio, alzando gli occhi, vide sulla sommità del mausoleo, l’Arcangelo San Michele che, dopo aver asciugato la spada che grondava sangue, la riponeva nel fodero, in segno del cessato pericolo. La peste lasciò Roma.

In seguito, nel XVI secolo, la città fu sconvolta da un’altra pestilenza che ebbe fine per intercessione sempre dell’icona di Maria portata in processione da papa Pio V, dalla chiesa di Santa Maria Maggiore fino alla basilica di San Pietro. Anche questa volta, la pestilenza cessò. Roma fu salva.

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