fede

Il Cammino, oltre 3 milioni di passi con la reliquia di Sant’Antonio

Alberto Friso
Pubblicato il 26-08-2022

Sabato 3 settembre l’arrivo ad Assisi

Quando il giovane frate Antonio di Lisbona, all’inizio della primavera 1221, mise per la prima volta il piede in Italia, naufrago a Capo Milazzo, essenzialmente non sapeva dove andare. Era malato, reduce dalla missione fallimentare in Marocco, scosso da un viaggio turbolento, si trovava in terra straniera. Furono i frati francescani di Messina a indicargli la prima meta: Assisi, dove frate Francesco per il 30 maggio di quell’anno aveva convocato il grande Capitolo delle stuoie, l’ultimo che avrebbe radunato tutti i frati suoi seguaci…

A 800 anni da quei fatti, nel contesto del triennio di celebrazioni antoniane 2020-2022, una staffetta a piedi ripercorre quel «primo cammino» di frate Antonio, da Capo Milazzo (partenza 30 giugno) fino ad Assisi (arrivo 3 settembre). E si prosegue oltre poi, fino a Forlì, in memoria precisa (era il 24 settembre 1222) dell’«esordio» di Antonio il quale, chiamato all’ultimo istante a prendere la parola in una importante celebrazione, mancando il predicatore designato, si rivelò come grande annunciatore del Vangelo, e infine Padova, in arrivo alla «sua» Basilica domenica 9 ottobre.

Sono oltre 1.800 chilometri, 3 milioni di passi, 92 tappe. Chiunque può coinvolgersi, camminando anche solo un chilometro insieme, o una tappa, o più tappe, senza iscrizione. Basta affiancare la staffetta e… sant’Antonio stesso, dal momento che in uno speciale zaino porta reliquiario, i pellegrini portano con loro una reliquia ex ossibus di sant’Antonio che viene affidata alla comunità cristiana sede di tappa fino alla ripartenza successiva. È il cuore di «Antonio 20-22», progetto sorto appositamente per valorizzare il triennio di ottocentenari antoniani.



In questa iniziativa così carica di significati, Assisi è decisamente coinvolta. Sabato 3 settembre una staffetta di una ventina di giovani, guidata da fra Massimiliano Patassini, direttore editoriale del «Messaggero di sant’Antonio», e fra Nicola Galiazzo, dell’equipe «Pastorale dell’arte» alla Basilica di Sant’Antonio in Padova, giungerà proveniente da Spello in tarda mattinata a Santa Maria degli Angeli e quindi nel primo pomeriggio alla Basilica di San Francesco in Assisi, dove la reliquia verrà consegnata e rimarrà anche per tutta la giornata di domenica 4 settembre. Particolare rilievo di «accoglienza» e poi di «saluto» acquisteranno rispettivamente i vespri del sabato alle ore 19.00 e quelli della domenica insieme alla fraternità del Sacro Convento.

Nel primo mattino di lunedì 5 settembre, dopo le lodi delle ore 6.30, la ripartenza diretti a Valfabbrica. Sul sito www.antonio2022.org e sui social media dedicati verrà a breve pubblicato il programma ulteriormente dettagliato delle giornate assisane, affinché quanti lo desiderano possano cogliere l’opportunità di affiancare un evento che nel suo specifico resterà verosimilmente irripetibile.


Ha spiegato in fase di presentazione del progetto fra Roberto Brandinelli, ministro provinciale della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova: «Ogni iniziativa nasce in un contesto. Il pallottoliere della storia ci offre tre significativi anniversari ottocentenari in successione che stanno caratterizzando dal punto di vista antoniano il triennio 2020-2022 e che diventano opportunità per tornare a interrogare la figura di Antonio di Padova. Anche papa Francesco ci ha incoraggiato a celebrare questi anniversari antoniani. Ecco il perché del Progetto “Antonio 20-22”, ed ecco il perché del tornare sulle strade percorse da Antonio 800 anni fa, nel segno dell’incontro».


I proponenti sono le diverse realtà della famiglia antoniana che ruotano attorno alla Basilica del Santo a Padova, ovvero la Basilica stessa, la Provincia dei frati conventuali, il Messaggero di sant’Antonio, l’Associazione Cammino di sant’Antonio, il Centro Francescano Giovani - Nord Italia, la Peregrinatio antoniana, Caritas Antoniana onlus. Ma poi, «Antonio 20-22» è patrocinato direttamente dall’intera famiglia francescana che vive e prega nel nostro Paese, ovvero i frati (conventuali, minori, cappuccini e il Terzo ordine regolare, con l’Unione Conferenze dei Ministri Provinciali della Famiglia francescana d’Italia); le clarisse (Federazioni delle Clarisse in Italia); le suore francescane di vita attiva (MoReFra, il Movimento delle Religiose Francescane); i laici francescani (OFS d’Italia, Ordine francescano secolare). Anche i 42 vescovi delle diocesi attraversate sono stati contattati e coinvolti, per un’iniziativa che si presenta innanzitutto come esperienza di fraternità.

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