fede

I pastori e San Francesco

Antonio Tarallo Pubblico Dominio
Pubblicato il 23-12-2020

L’umiltà verso il Bambino Gesù

Sorgeva una luce. Lontana. Un calore che dava pace. Un calore che non era fuoco ma ancora di più. Proveniva da una grotta. Dal freddo che si scioglieva non alla luce del sole, ma alla lucentezza delle stelle. Brillavano in cielo. Brillavano piene e belle. Un vagito di bambino e - subito - tutti ad accorrere per ascoltare  meglio quel pianto che era gioia. Un piccolo bambino nelle braccia di una madre, un padre vicino. Pastori, persone semplici, chi non aveva che una sola istruzione: quella del cuore. Il cuore istruisce, sempre. Più della mente. Loro, piccoli e indifesi, andavano verso quella grotta che sembrava lontana. Sembrava, perché un mistero sarebbe accaduto: la lontananza si abbreviava. Così, d’un tratto. Senza sapere il perché. 

Ecco la lavandaia con i suoi panni stesi. Ecco il carretto della paglia e della legna portato da un ometto calvo e stanco, ma lui correva - anche lui, correva veloce - verso quella meta di luce. Una luce che non era solo luce, ma era - soprattutto - Amore. Eh sì, perché le due parole “amore” e “luce” sono profondamente connesse.  Vicino c’era un paese, piccolo, su una montagna. Si chiamava Assisi. Con torri e palazzine piccole. Dentro, la vita brulicava. Un grande convento, con cappelle e altari. Stava pregando un frate, piccolo e sognante. Il suo nome, Francesco. Pregava Francesco, era tutto preghiera. Era lui stesso preghiera. Le braccia, il viso, lo sguardo: si scagliavano verso il cielo per chiedere a Dio che quelle due parole scendessero dal cielo.

A un certo punto della sua orazione, una voce disse, così semplicemente: “Esci fuori da questo convento e va per strada. Incamminati dove vanno quei pastori. Lì troverai le due parole raccolte nelle manine di un Bambino. Sono in Lui nate quelle parole. Con Lui nascono i termini che tu desideri. Cerchi. Luce e Amore? In un Bambino. Sai, quello sono Io!”. Francesco, allora, non tardò un attimo e - allora - seguì la scia dei pastori. Ci si trovava bene fra quelle persone che non avevano cultura alcuna. Se non quella della purezza del cuore. Semplicità e mestizia, le due parole d’ordine. Andava con loro verso quella luce, verso il chiarore di un’alba che si approssimava. Era l'alba del mondo.  

Francesco, così, parlava con quelle persone. Le aiutava quando erano stanchi nel cammino. Pregava e gioiva. Ricordava un passo del Vangelo, quando una certa Maria andava da sua cugina Elisabetta a recarle l’annuncio di una Nascita.  Quale Nascita? Quella dell’Amore. Che rinasce ogni giorno. Ad ogni alba di luce di stelle e di sole. 

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