Le visite dei pontefici

L'abbraccio di tutto il mondo a papa Francesco
Piazza San Pietro è illuminata da un sole caldo. È il 25 aprile, una data importante, che rinnova l’invito a ricordare il valore di essere liberi e ringraziare chi si è battuto perché tutti lo fossero. Oggi, ricordo e gratitudine da parte di centinaia di migliaia di pellegrini giunti qui vanno anche a papa Francesco. Saranno oltre 250mila, alla fine, le persone passate in tre giorni nella Basilica di San Pietro per rendere omaggio, dedicare una preghiera, salutare un’ultima volta il Pontefice scomparso il 21 aprile. Altrettante quelle che partecipano ai funerali di sabato 26 aprile. Tante volte papa Francesco si è ritrovato da solo, durante i dodici anni del suo pontificato, nel gridare appelli per la pace o contro le ingiustizie a cui il mondo assiste in silenzio, o per dare voce a chi è costantemente ignorato, facendolo dal pulpito più alto che ci sia. Oggi il mondo intero si stringe intorno a lui, in un abbraccio rappresentato simbolicamente dal colonnato di una piazza gremita, aperta a tutti.
“Tutti” è la parola su cui si sofferma fra Agnello Stoia, OFMConv, parroco della Basilica di San Pietro, quando lo incontriamo e chiediamo lui un ricordo legato a papa Francesco.
«Tutti, omnes, perché l'accoglienza riguarda questo, il fatto di non discriminare e non scartare nessuno, perché tutti sono i benvenuti. Riguarda il fatto di aprire porte e finestre a chiunque chieda anche i Sacramenti - visto il compito di parroco che svolgo - Papa Francesco ha sottolineato tante volte questa parola, tutti, accostandola a fratelli. Tutti, omnes, una parola che piace tanto anche a san Francesco».
E alla domanda su quale sia l’eredità che papa Francesco lascia e la sua importanza per i francescani, fra Agnello sottolinea:
«A partire dal nome, la scelta del nome Francesco, ma soprattutto i contenuti anche del Ministero Petrino, sono state le intuizioni spirituali e i pensieri di san Francesco. Papa Francesco, tra l'altro, ha scelto anche in posti molto importanti di responsabilità dei francescani, per cui dico ai francescani di considerare ancora più profondamente, ancora più urgentemente, la chiamata ad essere se stessi in questo mondo, in questa epoca - come diceva papa Francesco - che è un tempo in cui urge cambiare tante cose, e per far questo papa Francesco chiede il lievito dei francescani, il Vangelo sine glossa. È un appello a tutti noi ad essere francescani».
L’attesa per entrare nella Basilica di San Pietro è lunga, e nel frattempo c’è modo di scambiare delle battute con i volontari che danno informazioni e assistono i tanti pellegrini e tra i pellegrini stessi. Chiediamo ad una volontaria della Protezione Civile, dal suo punto di vista, quale sia l’emozione che traspare maggiormente dai volti delle persone che incontra. Ci risponde che c’è tristezza, ma soprattutto gratitudine. Lo testimonia la folla arrivata a San Pietro in così poco tempo e in continuo aumento.
«Nonostante l’attesa e le lunghe file – ci dice –, per tutti ne vale la pena». Non c’è nessuno che non abbia provato affetto nei confronti di papa Francesco.
Anche per fra Javier, dall’Ecuador, fra Jean, brasiliano, e suor Agata, albanese, c’è serenità, nella consapevolezza che se ne sta andando un Papa che ha fatto bene il proprio lavoro, dando tutto quello che aveva da dare.
Per Jean, papa Francesco ha rappresentato «la gioia per il mondo, il cambiamento della tristezza che abita il mondo. Lui trasmetteva la gioia che portava nel cuore, attraverso tutti i suoi gesti per la Chiesa del nostro tempo».
Per Javier ha rappresentato «un messaggio di speranza per tutti, per gli ultimi specialmente». Suor Agata sottolinea “la grande umanità che papa Francesco e anche Francesco hanno avuto per il mondo e di portare la gioia del Vangelo».
E alla domanda riguardo al prossimo papa e se questo raccoglierà l’eredità di Francesco, il sentimento nel cuore è la speranza che arrivi «qualcuno che possa portare avanti questo compito. Non sarà facile dialogare, come anche portare nel mondo il Vangelo di Gesù con questa gioia come ha fatto Francesco».
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