Le visite dei pontefici
La Cei: Maria non si inchina ai malavitosi
Una protesta plateale. Se la Madonna fa l’inchino ai boss, i carabinieri se ne vanno. Se i fedeli e le autorità, civili e religiose, si fermano insegno di “rispetto”, davanti alla casa del mafioso, le forze dell’ordine si allontanano, in segno di protesta. È successo il 2 luglio, a Oppido Mamertina, piccolo paese in provincia di Reggio Calabria, sede di una sanguinosa faida tra mafiosi: durante trenta secondi di sosta per simboleggiare l’inchino al boss Giuseppe Mazzagatti, i militari che scortavano la processione religiosa si sono allontanati. Lo riporta il «Quotidiano della Calabria». Poche settimane fa Papa Francesco, a Cassano sullo Jonio, aveva tuonato contro la criminalità organizzata e lanciato una chiara scomunica agli `ndranghetisti. Anche per questo la vicenda della processione a Oppido Mamertina diventa subito un caso.
La processione «stoppata»
La processione della Madonna delle Grazie della frazione Tresilico si era fermata davanti all’abitazione del boss della `ndrangheta Peppe Mazzagatti, 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute. La statua, portata da numerose persone, era preceduta da alcuni sacerdoti e da un gruppo di amministratori locali. I carabinieri che accompagnavano il corteo si sono allontanati. In maniera plateale, in modo che tutto il corteo li vedesse. Una reazione grave, conseguenza di un gesto grave. Sembra infatti, come riporta il quotidiani calabrese, che prima della processione il maresciallo Marino avesse incontrato personalmente i componenti della commissione della festa avvertendoli di non effettuare gesti particolari o inchini durante il tragitto della processione. Nessuna delle altre autorità civili e religiosi presenti ha seguito i Carabinieri nella reazione di protesta.
C’è un video
«Il maresciallo dei Carabinieri di Oppido Mamertina, Andrea Marino, si è scostato rispetto alla processione per compiere gli atti di polizia giudiziaria, ovvero per poter con una telecamera il gesto dell’inchino davanti all’abitazione del boss, e procedere all’identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l’ordine di compiere questo gesto», ha riferito alle agenzie il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, il colonnello Lorenzo Falferi. Esisterebbe anche un video dell’accaduto, che verrà consegnato alla dda di Reggio, insieme a un’informativa delle forze dell’ordine.
Per la Chiesa è intervenuto il vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, monsignor Francesco Milito: «Prenderemo provvedimenti», ha detto. La presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha telefonato al maresciallo Marino per ringraziarlo per «la lealtà alle istituzioni e il senso dello Stato». Il segretario della Cei e vescovo di Cassano allo Jonio, mons. Nunzio Galantino, ha poi affermato che «ai malavitosi si sono inchinati coloro che portavano la statua e non certo la Madonna».
La difesa del sindaco
«Noi siamo una giovane amministrazione che si è insediata da 40 giorni e non abbiamo nessuna riverenza verso un boss. Se i fatti e le motivazioni di quella fermata sono quelli ricostruiti finora noi siamo i primi a condannare e a prendere le distanze», spiega Domenico Giannetta, sindaco di Oppido Mamertina. «A quanto appreso finora - spiega ancora il sindaco - la ritualità di girare la madonna verso quella parte di paese risale a più di 30 anni ma questa - chiarisce Giannetta - non deve essere una giustificazione. Se la motivazione è, invece, quella emersa condanniamo fermamente. Noi - sottolinea - siamo un’amministrazione che vuole perseguire la legalità». Il sindaco ha annunciato inoltre l’intenzione di convocare una conferenza stampa in Comune per lunedì mattina per chiarire quanto accaduto.
Dopo una giornata di botta e risposta tra autorità civili, religiose e politiche, domenica nel tardo pomeriggio arriva anche il commento del ministro dell’Interno Alfano: «Deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi». Il ministro si è inoltre complimentato con i Carabinieri che hanno preso le distanze da quelli che Alfano giudica «atti incommentabili». (Corriere)
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