esteri

Il padre in spalla per 12 ore per farlo vaccinare

Redazione istagram/Erik Jennings Simoes
Pubblicato il 12-01-2022

Accade in Brasile, nella foresta amazzonica

Ha camminato per dodici ore per la foresta fitta, portando il padre sulle spalle. Ha guadato ruscelli, scavalcato dirupi, oltrepassato barriere vegetali e culturali, senza mai indietreggiare. Tawy, 24 anni, aveva un obiettivo. Raggiungere l'avamposto dove i medici stavano realizzando le vaccinazioni contro il Covid per far immunizzare il genitore, di 67 anni. E salvarlo, così, dal flagello che minacciava tutti i brasiliani, incluso il suo popolo, gli Zó'è, etnia di 325 uomini e donne che abitano, riuniti in 50 piccole comunità, nella selva amazzonica del Nord del Pará.

Una tribù isolata che solo di recente ha cominciato ad avere i contatti con il resto della società. La naturale diffidenza, però, non ha fermato Tawy. Il suo gesto ha commosso il medico che guidava la squadra di vaccinatori, Erik Jennings Simões, che ha voluto immortalarlo con la sua macchina fotografica. Lo scatto risale a quasi un anno fa: Tawy e suo padre, con gravi problemi di salute che gli impedivano di camminare, hanno ricevuto la prima dose di vaccino il 22 gennaio 2021.

Il dottore, impegnato da decenni nell'assistenza dei popoli della foresta, l'ha diffuso, però, solo ora. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della campagna di immunizzazione. "I nativi non comprendono di dubbi sul vaccino dei non indigeni. Anzi, proprio l'irresponsabilità di questi ultimi ha fatto sì che il virus si diffondesse perfino nella selva", ha spiegato Jennings. Di fronte a fake-news, campagne d'odio e polemiche, la scelta di Tawy è un esempio di coraggio. E di amore per la vita, propria e altrui. (Avvenire)

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