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A Louchats, un paesino perduto nelle foreste delle Lande, a una cinquantina di chilometri da Bordeaux, la chiamano già la «casa dell’orrore». Lì giovedì sono stati scoperti i cadaveri di cinque neonati, uno conservato in un sacco isotermico e gli altri nel freezer. La Francia è di nuovo sotto choc, dopo che già negli anni scorsi, nel 2006 e nel 2010, si era dovuta confrontare con tragedie simili, i casi di donne affette da quella che viene definita « negazione di gravidanza». 

A Louchats è stato il padre, 40 anni, a dare l’allarme, dopo che ha fatto la prima raccapricciante scoperta, il corpicino nel sacco isotermico. A quel punto sono intervenuti gli agenti della gendarmeria che hanno trovato nel freezer gli altri quattro corpi. La madre, 35 anni, è stata ricoverata nel centro ospedaliero universitario Pellegrin di Bordeaux, dove si trova ancora, sotto stretto controllo. Giovedì le forze dell’ordine hanno comunque deciso di mettere in stato di fermo il padre. La coppia, che lavora nel settore agricolo, ha due figlie, di 13 e di 15 anni. Nel paesino la famiglia è descritta come assolutamente normale e tranquilla. 

Non si conoscono ancora i dettagli della storia : quando sono morti quei neonati e come. Ed è troppo presto per capire le motivazioni della madre, la principale indiziata al momento, che li avrebbe soppressi all’insaputa del marito. Ma il caso ha riportato alla mente di tanti francesi altri due casi terribili degli anni scorsi, dove le donne coinvolte erano state riconosciute affette da «negazione di gravidanza».  

Nel 2006 a Seul nel congelatore di Jean-Louis Courjault, francese che lavorava in Corea del Sud, e della moglie Véronique furono scoperti i cadaveri congelati di due neonati. La donna venne condannata a otto anni di carcere nel giugno 2009 e liberata nel maggio dell’anno successivo. Nel 2010, invece, a Villers-au-Tertre, nel nord del paese, erano stati scoperti i cadaveri di otto neonati nel freezer della casa di Dominique Cottrez, attualmente libera, in attesa di giudizio. La donna ha giustificato i suoi atti spiegando che era convinta che quei piccoli fossero nati da una relazione incestuosa di cui era stata vittima. La Stampa