Le visite dei pontefici
LA PLASTICA E LE SOSTANZE CHIMICHE INQUINANTI
Circa 4/5 del rifiuto in mare arriva da terra sospinto dal vento o trascinato da scarichi d'acqua e fiumi. Solamente il 20% proviene da rifiuti dispersi in mare dalle navi.
Quasi il 90% del rifiuto galleggiante in mare è costituito da plastica.
Si stima che sia finito in mare il 5% di tutta la plastica prodotta dagli anni 50 in poi.
Nel giugno del 2006 un rapporto elaborato all'interno di un programma di salvaguardia ambientale delle Nazione Unite ha stimato in circa 20,000 unità i detriti più o meno grandi presenti in 1 Km quadrato di superficie marina. In alcune aree maggiormente compromesse la quantità di unità in detriti presenti superava i 400,000 pezzi per Km quadrato.
Negli ultimi 10 anni la quantità delle bottiglie di plastica abbandonata è aumentata del 67 % , quella dei sacchetti di plastica del 54% e quella dei mozziconi di sigaretta del 44% (non biodegradabili poiché contengono acetato di cellulosa).
ANIMALI
A livello mondiale sono almeno 143 le specie marine che sono rimaste vittime di entanglement
(quando gli animali rimangono imbrigliati in sacchetti, reti o altri rifiuti plastici e finiscono per morire di fame, soffocamento o annegamento) con la quasi totalità delle specie di tartarughe marine che inghiottono i sacchetti scambiandoli per meduse, la loro preda principale.
Le specie che inghiottono plastica sono stimate in 177 di cui il 95% è costituito da uccelli marini.
Trattandosi di plastica ciò che ha causato la morte dell'animale torna libero di fare altri danni una volta che l' organismo si è decomposto.
Non è possibile stabilire il numero complessivo delle varie specie di fauna marina che ogni anno rimangono vittime della plastica poiché non ci sono nel mondo stazioni di monitoraggio o studi che si occupino di rilevare questo fenomeno.
Tuttavia associazioni ambientaliste hanno ipotizzato delle stime sulla base di dati raccolti da studi che hanno censito localmente il totale delle carcasse di animali trovati durante un determinato lasso di tempo e all'interno di un determinato territorio.
Sulla base di questi dati sono state fatte delle proiezioni che quantificano in almeno 1 milione gli uccelli marini e in 100.000 le unità tra mammiferi marini e tartarughe che annualmente muoiono per entanglement o per ingestione di plastica.
Quello che ad un primo sguardo potrebbe sembrare un mosaico è il contenuto estratto dallo stomaco di un albatros, spazzolino incluso. Questa foto è stata scattata da Rebecca Hosking.
OPINIONE PUBBLICA
L'opinione pubblica spesso si chiede qual è il rifiuto plastico più dannoso o più massicciamente presente nell'ambiente se si tratta del sacchetto o reti da pesca o del pericolosissimo imballaggio plastico a sei anelli che tiene insieme le confezioni a lattine…
La risposta è che tutta la plastica è dannosa a causa della sua indistruttibilità e permanenza quando dispersa nell'ambiente. Non essendo biodegradabile non si dissolve ma si frantuma molto lentamente in parti sempre più piccole.
Frantumandosi raggiunge formati sempre più minuti così da poter essere ingerita da ogni organismo che abita gli oceani passando dai minuscoli crostacei Krill o salpe che costituiscono lo zooplancton per arrivare sino alla balena.
Charles Moore fondatore e ricercatore di Algalita Marine Research Foundation effettua un primo studio nel 1999 effettuando prelievi di acqua a vari livelli di profondità e analizzando il contenuto in laboratorio. La quantità di queste microparticelle plastiche superava la percentuale di zoo plancton presente in acqua mediamente in un rapporto di 6 a 1 e di 30 a 1 ( 30 volte più plastica) in aree più compromesse. Successivi rilevamenti effettuati nel 2007 riscontrano che la percentuale di plastica si è quintuplicata. Studiosi di Algalita e di altre associazioni di ricerca marina sono arrivati sulla base dei loro studi scientifici alla convinzione, che la plastica potrebbe aumentare del 100% ogni TRE anni. Purtroppo l' incremento annuale degli ultimi anni fa temere che questa previsione sia IN DIFETTO.
LA PLASTICA E LE SOSTANZE CHIMICHE INQUINANTI
La plastica in mare agisce come una spugna attirando tutte quelle sostanze chimiche idrorepellenti come quelle raggruppate nella categoria chiamata inquinanti organici persistenti POP's (acronimo di Persistent Organic Pollutants) ma anche metalli pesanti come mercurio zinco e piombo che vengono assorbiti dalla superficie dei detriti plastici in concentrazioni fino ad un milione di volte superiori a quella contenuta nell'acqua marina.
Per citare alcune tra le sostanze appartenenti alla categoria degli inquinanti organici persistenti POP's (acronimo di Persistent Organic Pollutants) troviamo:
il Diclorodifeniltricloroetano DDT ( http://it.wikipedia.org/wiki/Diclorodifeniltricloroetano )
i Policlorobifenili PBC ( http://it.wikipedia.org/wiki/Policlorobifenili)
il Dichlorodiphenyldichloroethylene DDE
( http://en.wikipedia.org/wiki/Dichlorodiphenyldichloroethylene originato dalla degradazione del DDT )
Diossine, rilasciate da numerose sorgenti di natura industriale, compresi gli inceneritori e dall'industria chimica del cloro e dei suoi derivati
Ritardanti di fiamma costituiti da Bromo, utilizzati in molti prodotti, particolarmente in componenti elettroniche quali i computer
Tributilstagno (TBT), un pesticida componente delle vernici antivegetative impiegato nell'industria navale
Paraffine clorurate, utilizzate come ritardanti di fiamma e lubrificanti industriali
Lindano (g -HCH), un pesticida organoclorurato
Queste sostanze chimiche finite in mare nel corso degli anni sono contaminanti molto resistenti alla decomposizione che impiegano decine di anni prima di decadere con evidenti proprietà tossiche.
Sostanze dannose per la nostra salute:
gli ftalati, additivi chimici impiegati nella lavorazione della plastica per produrre pellicole, giocattoli o oggetti in PVC. Esperti statunitensi hanno stimato che i bambini da 0 a 3 anni assorbono attraverso ciucciotti, massaggia-gengive e giocattoli di plastica da 62 a 665 mg di ftalati.
Definiti con le sigle Dehp, Dinp, Didp e Bbp sono i più abbondanti composti chimici creati all'uomo che finiscono nell'ambiente.
E' stato dimostrato che questi contaminanti possono migrare nei cibi, specialmente quelli grassi o contenenti alcol. Con il passare degli anni si accumulano nei tessuti degli organismi viventi, alterandone il sistema ormonale, causando tumori, danni a fegato e reni, disfunzioni del sistema riproduttivo e alterazioni del sistema immunitario e ormonale.
Tutte queste sostanze chiamate "distruttori endocrini" colpiscono in gruppo; dall'ambiente risalgono la catena alimentare fino all'uomo e, nei cibi, si miscelano in un cocktail velenoso per l'equilibrio ormonale che può provocare seri danni durante lo sviluppo embrionale e nei primi anni di vita del bambino con conseguenze su sistema riproduttivo, difese immunitarie e sistema nervoso.
DATI SULLA PLASTICA
- La produzione di plastica assorbe l' 8% della produzione mondiale di petrolio
- Al ritmo di crescita attuale il mondo produce 240 milioni di tonnellate di plastica all'anno di cui solamente il 3% viene riciclato; in altre parole 96% della plastica prodotta a livello mondiale non viene riciclata
- La produzione mondiale della plastica sta crescendo al ritmo del 3,5% all'anno e questo significa che ogni 20 anni la quantità di plastica prodotta raddoppia
- Circa la metà della quantità di plastica prodotta annualmente pari a 240 milioni di tonnellate viene impiegata per produrre articoli monouso o imballaggi che vengono buttati entro l'anno
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA