cronaca

Pestato per gioco da 10 persone, il 26enne è ora ricoverato

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Quanto accaduto richiama alla mente i giovani che hanno importato una nefasta e demenziale moda americana che prevede di riempire di botte qualcuno a caso

Notte fonda ma non per la movida torinese. Venerdì, ore 2.43. C’è un ragazzo di 25 anni, di Torino che passeggia tranquillamente. Passa di fronte a un gruppo di 8-10 persone. Forse vola qualche parola grossa. Lo accerchiano, lo buttano per terra, cominciano a malmenarlo. Spintoni e pugni si succedono in un’escalation di violenza inaudita. Il pestaggio avviene in via Maria Vittoria quasi all’angolo con via Bonafus. Siamo a due passi dal cuore della notte che vive, da piazza Vittorio. Il ragazzo si chiama Alex T.  

Qualcuno ha visto perlomeno la fase terminale delle botte e telefona al 118. Arrivano anche le volanti della polizia.  

Trauma cranico

I soccorritori lo portano al Cto. È confuso, Alex, parla piano, sembra terrorizzato. Perde sangue, ha una brutta frattura al setto nasale ma - ed è ciò che per alcune ore ha preoccupato anche i medici che lo hanno curato - un trauma cranico commotivo. Forse ha sbattuto la testa a terra, forse qualche calcio lo ha raggiunto al capo. Fatto sta che dall’altroieri notte è ricoverato nel reparto grandi traumi del Pronto Soccorso. Non vuole parlare, In realtà - spiegano i medici che lo hanno preso in cura - non ricorda «nulla di quello che è successo». Nemmeno la polizia, ieri pomeriggio, era ancora riuscita a sentirlo. I medici invece si erano fatti un’idea precisa dei danni che il ragazzo aveva riportato e della prognosi necessaria a guarire: 21 giorni. Una cosa seria insomma. 

Knockout game

In questa storia, misteriosa e piena di ombre, mancano ancora molti dettagli, molti particolari. Ma quanto accaduto richiama alla mente con una certa forza la banda del Knockout game, giovani che hanno importato una nefasta e demenziale moda americana che prevede di riempire di botte qualcuno, colpendolo con pugni al volto per metterlo ko. Non rubano nulla, non commettono tecnicamente una rapina. Menano e basta. Un gioco tanto stupido quanto pericoloso che ha già registrato un caso a Torino, pochi giorni fa. 

Il precedente

La zona è sempre la stessa. Allora l’aggressione avvenne in via Calandra, angolo via dei Mille, poche centinaia di metri di distanza dal luogo teatro delle botte l’altra sera. Quella notte andò male a tre studenti universitari tutti di 23 anni circa che erano usciti, sempre venerdì notte, per festeggiare la laurea triennale di un ragazzo della compagnia.  

Sei giovani li accerchiarono: spintoni e pugni anche in quel caso. Il prezzo più alto lo pagò Riccardo Girotto, 22 anni al quale il montante sferrato dagli aggressori costo la rottura esposta dell’orbita dell’occhio sinistro. Per ricostruirgliela i medici hanno dovuto operarlo per tre ore al Cto. Su quel caso indagano i carabinieri che hanno tentato - fino ad oggi invano - di rintracciare i responsabili. Nelle immagini delle telecamere della Ztl e degli esercizi commerciali non hanno trovato nessun indizio che possa aiutare a risalire agli autori. Gli stessi ragazzi assaliti non sono riusciti a vedere in faccia i loro aggressori. Ricordano solo che stavano camminando, di colpo pugni e botte. Poi via. Alla polizia bocche cucite. Si indaga a 360 gradi e non si può escludere l’ipotesi del knockout game, ma neanche quella di un diverbio finito in rissa. Giuseppe Legato - La Stampa

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