cronaca

Ndrangheta, 17 arresti grazie alla testimonianza di Lea Garofalo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il suo coraggio, pagato con la vita, continua a dare frutti: i carabinieri di Crotone hanno eseguito 17 arresti contro ndranghetisti della zona di Crotone colpevoli di almeno 7 omicidi accaduti tra il 1989 e il 2007, in una guerra tra cosche. Gli arresti sono avvenuti grazie alle testimonianze di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia uccisa, bruciata e gettata in un tombino quattro anni fa a Milano.


Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti anche in altre regioni, tra cui l'Emilia Romagna, dove da anni le cosche del Crotonese concentrano i loro interessi. Oltre che in Calabria e in Emilia Romagna, l'operazione è in corso anche in Lombardia, Piemonte, Campania e Abruzzo. Agli arrestati vengono contestati, a vario titolo, oltre agli omicidi, la detenzione abusiva di armi e lo spaccio di droga.


Lea Garofalo, moglie di boss, figlia e sorella di boss, non voleva accettare la vita delle ndrine. Si ribellò e parlò. Il marito, Carlo Cosco, la fece sequestrare e uccidere. Ma non uccidere e basta: voleva che diventasse niente. La uccisero e la bruciarono. Si disse anche per un periodo che l'avevano sciolta nell'acido. Non era vero, ma l'idea dell'annientazione della pentita è la stessa. Di lei sono rimasti duemilaottocentododici frammenti ossei recuperati in un tombino. E il ricordo, forte, in quella Milano che la vide morire. E le testimonianze. Perché Lea, prima che il marito la facesse scomparire, aveva fornito un importante contributo per svelare gli affari delle cosche della 'ndrangheta del Crotonese. Rivelazioni preziose, come dimostrano ancora una volta gli arresti di oggi. (Repubblica)

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