cronaca

Milano, scandalo per le case del policlinico affittate a 12 euro al mese.

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La notizia, quella buona, è che di politici, vip o parenti dei potenti di turno sembra non esserci più l’ombra. Nessun inquilino illustre nella sterminata lista di case di proprietà della Fondazione Ca’ Granda. A differenza di qualche anno fa. L’unico reduce è Enrico Fedrighini, ex consigliere Verde a Palazzo Marino, che resiste nello stabile in via Previati. Immobile accatastato come «popolare», 120 metri commerciali per un canone che non arriva a 1.300 euro mensili. Dell'ex assessore Tiziana Maiolo (nel frattempo nominata ad agosto componente proprio del consiglio di amministrazione della stessa Fondazione del Policlinico) o di Pier Gianni Prosperini, dagli elenchi che Repubblica ha potuto consultare non c’è più ufficialmente traccia.

Ma le buone notizie finiscono qui. Perché dopo la prima inchiesta giornalistica del 2007 – che denunciava canoni scandalosamente fuori mercato in prestigiose zone della città – dopo le polemiche scoppiate nel 2011 sull’Affittopoli che ha coinvolto diversi enti controllati dalla politica, l’andazzo non sembra essere per nulla cambiato. Anzi. La crisi economica si è abbattuta anche sul mercato del mattone, è indubbio che i prezzi anche degli affitti si siano negli ultimi anni sensibilmente abbassati, ma quelli che vengono praticati ancora oggi dalla Fondazione Ca’ Granda appaiono comunque ancora lontani dai valori medi del mercato delle locazioni. Vediamo qualche esempio.

In via Castelmorrone, al civico 5, il Policlinico ha ereditato un intero palazzo dell’inizio del Novecento. Signorile, una facciata più che dignitosa, per ottenere uno studio da 80 metri quadri in affitto bastano 513 euro al mese. Per le abitazioni la pigione è ancora più bassa, forse perché al catasto lo stabile a due passi da corso Indipendenza è registrato come A3, ovvero «abitazione di tipo economico». Così per avere un appartamento da 105 metri quadri, sei vani, bastano 466 euro ogni mese. Una cifra, considerate l’estetica del palazzo e la zona, decisamente economica, fuori da quelle che sono le vere richieste del mercato.

Il problema della gestione di un patrimonio composto da oltre 1.200 lasciti — tra abitazioni, intere palazzine e terreni — parte da lontano. Due settimane fa il Policlinico — presieduto dal ciellino Giancarlo Cesana — ha formalmente dato in gestione tutte le proprietà al Fondo investimenti per l’Abitare, in cambio di 100 milioni di euro che verranno ora utilizzati per l’ammodernamento della parte ospedaliera. Da pochissimi giorni, quindi, i titolari dei contratti d’affitto sono formalmente passati nelle mani di Polaris Real Estate, che gestisce il fondo, con l’obiettivo proprio di ottimizzare la gestione globale di questa vera e propria cittadella immobiliare. Vedremo con quali risultati, perché partecipare a un bando per ottenere in affitto uno degli appartamenti liberi, nella quasi totalità dei casi fino a oggi è stato davvero un bell’affare.

A pochi metri dall’Arco della Pace, la Fondazione ultracentenaria Ca’ Granda è proprietaria di un palazzo d’epoca apparentemente straordinario. In via Guerrazzi 9, per fare un esempio, un ufficio da 223 metri e dieci vani viene affittato a 2mila 750 euro mensili, tutto sommato abbastanza in linea. Ma se si opta per un appartamento — categoria A2 di tipo civileresidenziale — per 192 metri quadri, sei vani e mezzo, bastano invece 1.000 euro. Via Guerrazzi non è una rarità, perché anche nella poco distante e ugualmente prestigiosa via Canova, al civico numero 2, qualche fortunato è riuscito a ottenere per poco meno di mille euro al mese d’affitto 200 metri quadrati divisi in otto stanze. Probabilmente per un miglior stato della casa, nello stesso stabile la Fondazione ha affittato 125 metri a 1.300 euro al mese. Una bella differenza, comunque ancora fuori da quelli che sono i livelli del mercato per una delle zone più eleganti della città.

A pochi passi, in via Leopardi 20, vicino a Santa Maria delle Grazie, un ufficio da 100 metri quadri viene attualmente affittato a 1.250 euro al mese. Mentre un’abitazione da 152 metri, con sette vani, addirittura a meno di mille euro. In via Sciesa, civico 18, situazione identica. Qui un’altra palazzina è stata gestita fino a pochi giorni fa dal Policlinico. Tutte abitazioni tagliate come trilocali, in un palazzo quasi signorile. Per ottenere un’ottantina di metri, in questo caso, possono bastare addirittura 359 euro mensili. E le medesime cifre si pagano per ottenere la stessa metratura in un’altra via altrettanto elegante come è quella di Ciro Menotti al 16. Quasi 90 metri vengono affittati a 266 euro. Non sono note le condizioni attuali, ma nello stabile c’è chi addirittura paga 148 euro all’anno — 12 euro e qualche spicciolo mensile — per 76 metri divisi in cinque vani. Al catasto l’appartamento è registrato come A3, ancora come una «abitazione di tipo economico». E, visto il canone praticato, la voce del catasto deve essere stata davvero presa alla lettera. La Repubblica

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