cronaca

Il grande abbraccio per le Suore operaie

Liliana Golia Facebook - suoreoperaiedellasantacasadinazareth
Pubblicato il 01-04-2020

Nelle comunità di Botticino e Fantecolo 9 morti e 22 contagiati

L'isolamento è rigoroso. Aboliti preghiere comuni e consumazione dei pasti in condivisione. La misurazione della temperatura corporea viene effettuata due volte al giorno. Si osserva il distanziamento sociale di almeno due metri. «Sono procedure molto strette che ci ha indicato il professor Umberto Gelatti, il medico che ci segue, ma stanno dando i loro frutti».

Febbre alta, tosse e problemi respiratori non hanno risparmiato le sorelle degli istituti delle Suore operaie della Santa Casa di Nazareth di Botticino (la casa madre) e di Fantecolo.

Nelle ultime settimane, nove hanno perso la loro battaglia con la polmonite che sta flagellando il mondo. «In questo momento ci sono 12 sorelle in isolamento a Botticino e 10 a Fantecolo. Una è ricoverata alla Poliambulanza», racconta suor Sabrina Pianta, madre generale dell'ordine fondato dal Santo Arcangelo Tadini.

«Solo chi ha incarichi di lavoro, come quelli della cucina, può uscire dalle camere». Tra Fantecolo e Botticino si cerca di tornare alla normalità, anche attraverso il reinserimento graduale nella quotidianità della comunità religiosa oggi più unita che mai.

«Ci vogliamo bene e in questo troviamo la nostra forza, sostenuta da fede e preghiera, anche se il dolore di questi giorni è immenso. Abbiamo perso delle sorelle e alcune di noi hanno perso i genitori, ma non ci sono mancati i gesti di affetto». Persino dalle pompe funebri: il carro con il feretro della mamma di una giovane suora che allunga il giro in paese, a San Gallo di Botticino, prima di raggiungere il cimitero, per permettere a familiari e amici, affacciati a balconi e finestre, di dare un ultimo abbraccio, anche se da lontano.

E poi messaggi, telefonate, video saluti, arrivati da sacerdoti, vescovi, da ogni capo del mondo (Brasile, Burundi, Rwanda, Inghilterra), dove l'ordine lavora attraverso l'opera missionaria, «ma ci ha contattato per darci conforto anche la comunità senegalese di Brescia, con la quale non abbiamo rapporti diretti».

E non sono mancati istituzioni, associazioni, ma anche semplici cittadini. Segni di vicinanza che hanno scaldato il cuore delle religiose, sostenute anche dalla gara di solidarietà, partita appena avuta notizia della situazione di difficoltà nei due istituti. «Tutto è iniziato a Fantecolo, ci mancavano mascherine, camici e tute per l'assistenza alle nostre malate. In pochi giorni, anche attraverso le raccolte fondi che stanno sostenendo gli ospedali, ci sono state fornite, tramite la Protezione Civile, con un grande atto di generosità e per questo vogliamo ringraziare tutti».

Dall'altro capo del telefono arriva una ventata di gratitudine vera, di quella serenità granitica, propria della fede, così forte da diventare contagiosa. E intanto ci si organizza per prestare assistenza alle sorelle ancora malate… (Corriere della Sera – Brescia)

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