cronaca

Iacomini (Unicef), i bambini non devono morire in mare

Andrea Iacomini Ansa - Twitter.com/guardiacivil
Pubblicato il 25-05-2021

Serve un risveglio collettivo non l'indignazione a orologeria

"È doloroso e inaccettabile osservare le immagini dei tre corpi di bambini senza vita da giorni riversi su una spiaggia in Libia ma non c'è più tempo per l'indignazione a orologeria. Ora occorre un risveglio collettivo, da fare tutti insieme, governi e società civile". Lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia.

"Giovedì 27 maggio celebreremo i 30 anni dall'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza da parte dell'Italia. I bambini e le bambine non possono più aspettare, occorrono proposte concrete subito, da prendere oggi, definitive, insieme senza steccati o ideologie, contro questa anestesia sociale che ci ha colpito da anni, una flebo continua di assuefazione a fatti orribili come questo, che va avanti da prima di Aylan mentre nel Mediterraneo e in altre parti del mondo troppi innocenti continuano a morire", prosegue Iacomini.

"Occorrono meccanismi di salvataggio concreti di cui siamo evidentemente sprovvisti. A farne le spese sono centinaia di bambine e bambini di cui decidiamo di ricordarci solo se ci vengono iniettate dosi di immagini di corpi tragicamente lasciati morire sulle nostre spiagge o in quelle di altri paesi. I bambini non devono morire in mare, deve essere il nostro mantra quotidiano, non possiamo ricordarci di loro solo quando accadono tragedie sempre tristemente evitabili", conclude il portavoce di Unicef. (ANSA)

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