cronaca

Emanuela Orlandi, oggi si aprono le due tombe al cimitero Teutonico

Redazione Repubblica.it
Pubblicato il 11-07-2019

L’annuncio era stato dato dal direttore 'ad interim' della Sala Stampa Vaticana Alessandro Gisotti

Oggi, 11 luglio, è il giorno in cui verranno aperte due tombe del cimitero Teutonico della Città del Vaticano. In cerca della tanto agognata verità sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovane sparita a Roma nel 1983. A dare l’annuncio della decisione del Vaticano di accogliere le richieste della famiglia Orlandi (a cui mesi prima erano giunte segnalazioni sulla possibilità che il corpo di Emanuela si trovasse nascosto lì) e di aprire le sepolture per sottoporre i resti ad un esame del Dna, era stato dieci giorni fa il direttore «ad interim» della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti. «Le complesse operazioni peritali - aveva detto -, fissate per il prossimo 11 luglio, sono solo la prima fase di una serie di accertamenti già programmati che, dopo l’apertura delle tombe e la repertazione e catalogazione dei resti, porteranno alle perizie per stabilirne la datazione e per il confronto del Dna».

La lettera all’avvocatessa della famiglia Orlandi

Il nuovo capitolo della storia con ancora tante ombre e nessuna verità, si era aperto la scorsa estate quando era stata recapitata all’avvocatessa Laura Sgrò, che assiste la famiglia Orlandi, una lettera con allegata la foto di una tomba: la statua di un angelo, appoggiata a una parete del cimitero che tiene un foglio con la scritta in latino «Requiescat in pace» («Riposi in pace»). A terra una lastra con una scritta funeraria dedicata alla principessa Sofia e al principe Gustavo von Hohenlohe che nel 1857 fu nominato arcivescovo da papa Pio IX. Nella missiva, le parole: «Cercate dove indica l’angelo». A quel punto sono scattate le indagini e si è scoperto che quella tomba era stata aperta almeno una volta e che la datazione della statua è diversa da quella della lastra. E ancora, spiega l’avvocatessa: «Alcune persone erano state informate della possibilità che i resti di Emanuela Orlandi fossero stati nascosti proprio nel cimitero Teutonico».

Il«grazie» di Pietro Orlandi

«Vorrei veramente ringraziare il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, sicuramente da parte sua c’è stato tanto coraggio nell’apertura di questa indagine e nella decisione di aprire le tombe - aveva detto il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, appena appresa la notizia della decisione del Vaticano -. Questa volontà di indagare è mancata per anni e sono felice che ora invece si voglia approfondire».

Repubblica.it - Redazione romana

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