cronaca

Addio a Gattegna, fu presidente delle Comunità ebraiche italiane

Arianna Piattelli Ansa
Pubblicato il 11-11-2020

Ha guidato per un decennio l'ebraismo italiano, riassumendone e ascoltandone tutte le anime che lo compongono. È scomparso ieri a Roma, Renzo Gattegna, che ha ricoperto la carica di Presidente delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) dal 2006 al 2016. Avvocato civilista, con grandi doti di mediatore, Gattegna era attivo nelle istituzioni ebraiche sin da giovane, aderendo prima ai movimenti giovanili, poi al volontariato, impegnandosi nella difesa dell'ebraismo e del neonato Stato d'Israele.

Cresciuto nella convinzione dei valori comuni a tutta la società civile e nella conoscenza del contributo dell'ebraismo italiano al dibattito pubblico, ha condotto i suoi tre mandati da presidente instaurando un dialogo con le istituzioni nazionali e i capi dello Stato: Gattegna era un interlocutore di primo piano per il Quirinale, prima con Giorgio Napolitano poi con Sergio Mattarella, che incontrò per la prima volta il giorno del suo insediamento da Presidente della Repubblica. In quell'occasione ringraziò il neo-capo dello Stato per aver voluto compiere tra i suoi primi gesti una visita nel luogo dell'eccidio delle Fosse Ardeatine e per aver ricordato nel discorso di insediamento Stefano Gaj Tachè, il bambino ebreo italiano vittima dell'attentato alla sinagoga di Roma nell'82: «Due momenti indelebili nella memoria degli ebrei italiani - disse Gattegna - ma che devono rimanere perpetuamente presenti anche nell'identità di quei cittadini che hanno a cuore i valori della democrazia e della convivenza».

La sua leadership si è concentrata sul rispetto delle identità che compongono le 21 comunità ebraiche d'Italia: «Solo un atteggiamento unitario può consentire al mondo ebraico italiano di affrontare le sfide del contemporaneo - diceva -, in direzione di un nuovo patto civile capace di coniugare identità, dialogo e confronto». Mattarella ha ricordato di Gattegna «l'impegno profuso con intelligenza, garbo ed equilibrio». La sua rettitudine, la professionalità e la dedizione erano le qualità che lo definivano «con visione e determinazione per far conoscere l'immensità del nostro popolo e delle nostre tradizioni - ricorda la presidente dell'Ucei Noemi Di Segni - per essere in ogni momento e luogo di esempio agli altri». (La Stampa)

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