L'Arte nella Basilica di Assisi raccoglie migliaia di fedeli e turisti
Antonio Tarallo Redazione
Pubblicato il 05-09-2019
Le volte celesti, un cielo stellato, un blu topazio nel quale perdersi, immaginare e sognare.
Basilica san Francesco di Assisi, un luogo nel quale perdersi, immaginare e sognare.
Le volte celesti, un cielo stellato, un blu topazio nel quale perdersi, immaginare e sognare. Forse, è proprio questa, la prima immagine a cui rivolge lo sguardo, chiunque entri nella nota Basilica dedicata a San Francesco. Affascinato dall’Eterno, il visitatore-turista-fedele (difficile fare distinzione, vedendo i grandi numeri), viene rapito in estasi, e sembra quasi avere il desiderio di volteggiare in quel cielo, un po’ come gli omini dei quadri di Chagall. Il cielo giottesco, squarcio di Paradiso in terra, che ci avvicina a Dio.
I dati parlano chiaro. Grandi numeri, quelli del turismo ad Assisi. Se guardiamo ai numeri del turismo del 2018 – siamo in attesa dei dati del 2019 – si sono registrate oltre un milione e 200mila presenze. Con una crescita di oltre il 10% rispetto al 2017, e di oltre il 13% rispetto al 2016. Ma cosa spinge tanta gente a visitare la città umbra? Cosa spinge migliaia e migliaia di persone a varcare la soglia della Basilica assisana?
Indubbiamente la storia del Santo Poverello, è catalizzatrice di devoti, pellegrini e anche turisti. Ma, accanto a questa, un’altra storia affascina tutto il Mondo. E’ lo scrigno dell’Arte che racchiude la Basilica. Stupore e meraviglia, che fa ritornare un po’ tutti bambini. La ricchezza della Bellezza rende il sito religioso del Padre Serafico, una delle mete preferite dai turisti di tutto il Mondo. Le due basiliche che compongono l’intera struttura della Basilica, raccolgono tesori inestimabili. Non è certo un caso che, dal 2000, è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO.
Nella Basilica Inferiore, l'interno ad una navata con transetto, ospita gli straordinari "affreschi allegorici" di Giotto, la "Madonna Angeli e San Francesco" e i "Cinque Santi" di Simone Martini, gli "Episodi della vita e della passione di Cristo", la "Madonna e Santi" e le "Stigmate" di Lorenzetti. Ancora opere di Simone Martini e Giotto sono rispettivamente nella prima cappella destra con la "Vita di San Martino" e nella terza con "Santi e storie della Madonna". La chiesa superiore ad una sola navata con abside e raffinate vetrate del 1200 è affrescata con il ciclo "La vita del Santo" di Giotto realizzato fra il 1296 e il 1300, con le "Storie del Vecchio e Nuovo Testamento" della scuola del Cimabue e nel transetto, nella crociera e nell' abside con affreschi dello stesso Cimabue risalenti al 1277 oltre ad opere di altri maestri quali Cavallini e Torriti.
Giotto, Cimabue, Cavallini, Torriti, Martini, nomi che divengono colori sulle pareti, geometrie di forme e sagome di uomini, “storie” da seguire. E davanti a questi nomi, il turista non può che provare ammirazione. Noi contemporanei, abituati a una cultura fatta soprattutto di immagini, desta un certo stupore di come tutti gli affreschi della Basilica possano trasmetterci – a mo’ di film – le storie più importanti non solo di Frate Francesco e dell’Ordine francescano, ma di tutta la Cristianità. Tutta questa Bellezza, contenuta nella Basilica, fa ricordare, allora, alla mente le parole di Dostoevskij: “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui”.
E una buona parte di questa storia è proprio qui, ad Assisi. Il “ciclo di San Francesco” di Giotto, è uno degli esempi più evidenti di ciò che affermava lo scrittore russo. Giotto, che “rimutò l’arte del dipingere di greco in latino e ridusse al moderno, et ebbe l’arte più compiuta che avesse mai nessuno”, così si esprimeva un contemporaneo di Giotto, Cennini, pittore fiorentino (Colle di Val d'Elsa, 1370 – Firenze, 1427).
E noi, che entriamo ancora oggi in questo tesoro d’Arte, forse difficilmente potremmo esprimerci così bene come fa il Cennini, ma – molto probabilmente – nella nostra memoria potrebbe farsi strada una canzone di un po’ di tempo fa… “Penso che un sogno così non ritorni mai più…volare…nel blu, dipinto di blu”.
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