Un saio in camice bianco. La storia di padre Gemelli
Un illuminato al servizio del Signore
In questi giorni di emergenza covid19, il ruolo di infermieri e medici è alla ribalta dell’opinione pubblica, dei mezzi di comunicazione. Se dovessimo guardare alla storia della medicina del secolo scorso, troveremmo una sorpresa: un saio francescano comparirebbe fra i camici bianchi che hanno influenzato profondamente la ricerca scientifica nel nostro Paese. Questo saio ha un volto, un nome: Agostino Gemelli.
Edoardo (questo è il nome, prima di prendere quello di Agostino) Gemelli nasce a Milano, il 18 gennaio 1878 da una famiglia non praticante, decisamente anticlericale. Finito il liceo Parini (uno dei più illustri licei italiani), si iscrive, nel 1896, alla facoltà di Medicina presso l’Università di Pavia. E’ proprio di questi anni la sua adesione convinta al metodo positivistico e al materialismo. La fede è ancora lontana. La sua vita è spesa completamente al servizio della scienza, della medicina, della “ragione” illuminista: inizia, così, la sua ricerca scientifica, nel laboratorio del professor Camillo Golgi, ordinario di patologia generale e premio Nobel per la medicina nel 1906.
Dopo la laurea svolge il servizio militare a Milano nell'ospedale di Sant'Ambrogio con Ludovico Necchi e con Padre Arcangelo Mazzotti dell’Ordine francescano minore: furono loro a influire profondamente nella sua conversione alla fede.
L’anno di svolta sarà il 1903: Edoardo decide di entrare nel convento francescano di Rezzato (vicino Brescia) dove assume il nome di Agostino e viene ordinato sacerdote il 14 marzo 1908.
Nel 1909 fonda la "Rivista di filosofia neoscolastica" e nel 1914 la rivista di cultura "Vita e Pensiero": con la fondazione di questi due periodici, sostiene un ritorno a posizioni teocentriche del pensiero intellettuale dell’epoca. Negli stessi anni si batte per sostenere il carattere miracoloso di molte guarigioni verificatesi a Lourdes. Durante la prima guerra mondiale presta la sua opera al fronte come medico e sacerdote e fonda un laboratorio psicofisiologico presso il comando supremo dell'esercito.
Dal 1919 si dedica alla nascita dell' “Università Cattolica del Sacro Cuore”: un ateneo dalla fronte impronta cattolica, ma con un modello che si avvicini alle istituzioni statali. Una innovazione nel campo universitario. L'Università Cattolica verrà inaugurata il 7 dicembre 1921. Padre Gemelli ne sarà rettore fino alla morte.
All’attività universitaria, alterna quella di pubblicazione di importanti saggi (se ne contano oltre duemila titoli) sulla ricerca medica e sulla psicologia, i due rami a cui ha dedicato lo studio della sua intera vita. Pubblicherà, infatti, il volume “La psicotecnica applicata alle industrie”: in questo saggio, padre Gemelli affronta le tematiche fondamentali della moderna psicologia del lavoro: ambiente e lavoro, rapporto uomo-macchina, la fatica e la monotonia, motivazione ed incentivazione del personale, obiettivi e procedure di selezione, problemi psicologici legati alla disoccupazione, valorizzazione della soggettività delle risorse umane.
Uno dei sogni di Agostino Gemelli era la creazione di una facoltà medica, collegata alla “sua” Università Cattolica. Padre Gemelli, però, non ne vide la realizzazione. Morì il 15 luglio 1959. Il polo universitario medico - che oggi porta il suo nome - fu inaugurato, a Roma, solo nel 1961. Nella mente del suo creatore doveva rappresentare “un faro di sapere e di etica medica irradiante sul mondo sanitario, sul mondo universitario, sulla cultura scientifica in Italia”. Sarà proprio così: infatti il Policlinico Gemelli rappresenta una delle eccellenze universitarie e ospedaliere più importanti d’Italia.
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