attualita

Un prete, una mamma

Domenico Sorrentino
Pubblicato il 10-05-2020

Da una piccola frazione di Assisi la festa della mamma si fa appello e auspicio

Ad ascoltarlo, don Otello Migliosi, in un’intervista di venti anni fa, la festa della mamma, da lui ideata, era, in qualche modo, la festa per la “sua” mamma. Era morta quando egli aveva cinque anni, ma quei lineamenti gli erano rimasti impressi e soprattutto gli si era inciso nell’animo un senso religioso della maternità di cui si sarebbe fatto apostolo. In realtà è proprio questo senso “religioso” che caratterizza l’iniziativa di don Otello, parroco a Tordibetto di Assisi. Com’egli stesso afferma, la festa della mamma non fu un parto solitario della sua fervida mente. Altri, all’estero, ci avevano pensato. E in Italia, nello stesso 1957, anche a Milano e Genova, del tutto indipendentemente, altri l’avevano varata. Ma altrove – egli commenta – la cosa assunse subito un’aria consumistica. A Tordibetto egli ne fece un obiettivo pastorale. La cosa potrebbe stupire. Nell’immaginario comune le iniziative ecclesiali che hanno a che fare con la maternità si concentrano soprattutto sulla Madre di Cristo. Quale senso poteva avere una festa dedicata, tout court, alla mamma, dunque a tutte le mamme?

Don Otello aveva visto lontano. Già i suoi occhi, sessant’anni fa, vedevano i prodromi della crisi della famiglia. Già allora l’attacco alla famiglia aveva un carattere inquietante. Oggi siamo alla deriva. E come egli dice, far festa alla mamma, era per lui chiamare in gioco l’intera famiglia. La mamma è la mamma! Intorno a lei la famiglia si ricompone. E la famiglia non è un qualcosa di marginale. È fondamento e nucleo della società, altrettanto della Chiesa. Si comprende così come a Tordibetto don Otello organizzasse la festa della mamma – e non mancò anche una statua che la rappresentava quasi come una catechesi sulla famiglia. Oggi è lo stesso volto di Dio ad aver recuperato la dimensione del femminile e della maternità. Dio – si è detto autorevolmente – è Padre e Madre. La Bibbia stessa lo suggerisce, pur nella realtà dei simboli, che evocano un infinito sempre più alto della nostra percezione.
L’Italia accolse l’input di don Otello. A Tordibetto di Assisi il legittimo orgoglio dei pionieri. Ma la commemorazione, dalla Città del Poverello, si fa anche sfida. Vivere questa festa nei suoi connotati più interiori, al di dentro o al di là di un contesto religioso, stride acutamente con un processo di disgregazione che attacca profondamente il tessuto familiare. Eppure il grido della natura, voce di quello di Dio, invoca ancora il dono della maternità. E il comandamento di Dio è fermo, ed anche completo, su tutto l’arco della genitorialità: onora il padre e la madre. Occorre tornare alla limpidezza del disegno di Dio.

Mons. Domenico Sorrentino

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