Le visite dei pontefici
Il frate minore conventuale è a Padova un esempio di autentica vita francescana
Il 26 dicembre la festa in sua memoria al santuario di Sant'Antonio di Arcella a Padova, tre giorni più tardi, il 29 dicembre, il lancio del primo portale web interamente dedicato alla sua figura. Se Padre Fulgenzio Campiello fosse ancora in vita non avrebbe potuto chiudere meglio il 2014, tra il calore dei fedeli e una popolarità crescente grazie alla sua vita vissuta secondo uno stile francescano autentico.
CARITA', ASCOLTO, COMPASSIONE
Il frate minore conventuale dimostra così di aver lasciato un segno non solo nella basilica del santo, ma anche nelle sue opere prestate a Trieste e come cappellano delle carceri. La forza di padre Fulgenzio stava nella carità: ascoltava, invitava, spronava, benediceva con grande compassione. La sua casa e il suo operare appoggiava solamente nella carità di Cristo e trovava corrispondenza nell’esempio di sant’Antonio.
UNA VITA FRANCESCANA
Nel 1924 entra a undici anni nella famiglia francescana dei frati minori conventuali, nel convento dei Santuari Antoniani di Camposampiero iniziando un percorso di formazione e studio. Si impegnerà per sempre nella vita di consacrazione francescana con la Professione solenne francescana nel 1937 e, nello stesso anno, viene ordinato sacerdote il 17 ottobre ad Assisi. In Basilica del Santo, il ministero di sacerdote è di ascolto, conforto, benedizione rivolta a tutti. Invita con forza e decisione a vivere bene, saldi nell’Amore di Dio, ascoltatori della Parola del Signore, coerenti coraggiosi nella vita.
IL LEGAME CON SANT'ANTONIO
Sollecitava senza risparmio alla fedeltà nella preghiera, nei sacramenti, nella sana devozione alla Madonna, a sant’Antonio e a tutti i santi. Molta gente lo cercava per ascoltarlo, ricevere la benedizione, trovare conforto dalle sue parole che sapevano sempre indicare la strada, con sapienza e, talvolta, con grande sorpresa. Le parole della benedizione si accostavano all’imposizione delle mani: con umiltà e semplicità la preghiera di intercessione assumeva la forza di una profonda supplica. Le testimonianze che molta gente hanno riportato descrivono eventi significativi, persino straordinari.
FRASI CHE LASCIANO IL SEGNO
A lui si attribuiscono alcune espressioni rimaste nel tempo: «La vita ci è data per cercare il Signore, la morte per trovarlo, il Paradiso per possederlo»; «Sono fatto per il cielo, sono un uomo di Paradiso»; «Siamo nati per amare, viviamo per amare, moriamo per amare di più»; «Quel Dio che mi vede e mi guarda è quello stesso che mi incarica di rappresentarlo dappertutto». E ancora: «La morte non mi sorprenderà: l'ho aspettata ogni giorno, sono vissuto nell'idea familiare di Dio e della morte», oppure «Come è dolce pensare che navighiamo verso l'eterna riva!» (da scritti di s. Teresa di Lisieux). (Gelsomino Del Guercio)
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